ALEX GERONAZZO "Lo speaker for passion"

" Ho voglia di dare voce al vento dello sport "

sabato 2 ottobre 2010

Ivan Cudin e Siro Uliana...la mia seconda Ecomaratona dei Cimbri raccontata attraverso due volti mitici





Metti una sera a cena. Una rimpatriata organizzata in terra cimbra dall'organizzazione dell'Ecomaratona dei Cimbri.
Attira con una buone dose d'astuzia sciamana , un campione sopra ogni altro ultra italiano vivente e vissuto.
Parte così la sorpresa. Un uomo, come direbbe Aldo Rock. Uno che ha attraversato la Grecia storica , nella gara più dura conosciuta da gambe muinanti. Un esile nobile figura , con nervi d'acciaio, cervello fine e con quel non so che di normale...sin troppo normale per non essere speciale.
Quell'uomo, venuto da Codroipo, sta lì , seduto accanto ad un altro dei miti viventi della corsa veneta, tal Daniele Cesconetto, curriculum che celebra 72 ultra concluse in carriera, alcune da protagonista, come al Passatore di qualche anno fa, ma tanto anche in terra straniera.
Il duo parlotta, ruvido , barbuto ed imponente il "Cesco" ed elegante, intellettuale nell'espressione del viso il secondo. Secondo? Secondo a chi? Proprio a nessuno!
Nel 2009 corse la Spartathlon finendo 7°, miglior italiano di sempre su quei terribili ma anche fantastici 246 di strada ellenica, lungo terre su cui si è scritta la storia, sulle quali ha corso Fidippide (sì, con la "d" in mezzo), colui che confermò la vittoria ateniese, mandato come umana missiva a ripetere ai suoi il grido di vittoria, per poi sttramazzare al suolo esanime...
Anno 2010, mese di settembre...Il 19 uno dei senatori all'Ecomaratona dei Cimbri (6 su 6 fatte), è a Fregona come osservatore sorridente, gaudente sul viso di chi sa dove andrà a parare poco oltre nel tempo.
Quel ragazzo è Ivan Cudin, azzurro di ultramaratona, dall'aspetto che trasuda sapere in forma elegantissima, con metodi carichi di modestia. Eppure lui opera in un ambiente di lavoro delegato solo achi ha cervello fine, capacità di ricerca attiva, oltre la media, ma non solo, egli è l'uomo che parte per l'Africa, per i paesi poveri dà quanto può, così come chi ha disabilità forti. Insomma , una persona a tutto tondo, uno che se ci parli ti mette quasi in soggezione, tanto è capace di dire tutto in maniera così semplice da farti apparire inerme di fronte a quanto rappresenta.
Questo signore, un vero "lord" della corsa , una settimana dopo l'ospitata ai Cimbri, tra pacche sulle spalle e sorrisi sinceri ai finishers anche dell'ultra Trail degli Sciamani, parte per un secondo tentativo nella storica corsa.
Ieri sera ho avuto il piacere di leggere un bel pezzo scritto sapientemente dal "supercimbro" Gianni De Polo, che ha delineato la storia di una corsa nata dal piglio del britannico Foden, militare che volle ricalacare di corsa la storica terra, siglando al primo tentativo, negli anni '80, un tempo di 37 ore e 37 minuti. Lo scritto del De Polo è una rivisitazione della storia millenaria che ha dato il "là" all'idea di una corsa tanto epica.
Anno 2010, terza settimana di settembre, un italiano del Friuli , parte per la Spartathlon, le cronache "on line" lo danno in testa da un certo punto in poi, ma lui ci rivelerà che fino a non molto prima dell'arrivo era secondo, eppure molto sopra i tempi stabiliti...Tanto sopra da prendere il battistrada, andargli via e ritrovarsi senza rifornimenti, poichè i ristori erano programmati oltre i suoi tempi di passaggio.
Sul palco Ivan non lacrima ma è emozionato , di fronte ad un salone carico di gaudio e tripudio, tanto ma anche troppo poco, da farmi chiamare, doverosamente, mani alzate a ritmo, il roboare più intensamente meritato da quest'uomo...
Parla, spiega che nel 2011 la promessa all'organizzazione greca è quella di un suo ritorno, per lui sicuramente difficile da programmare, quanto desiderato, tante sono le emozioni che ancora ieri si leggevano tra le sue espressioni pacate ma molto emozionali.
Ho avuto il piacere di intervistare un mito, me la metto in saccoccia come una delle pagine più intense del mio impegno di presentatore. Ho conosciuto un pò meglio uno dei volti più sani dello sport italiano...
...con lui non dimentico di aver chiamato al microfono un finisher del Tor de Geants, tal Siro Uliana, uomo del Cansiglio, capace di finire la 332 km dislivellati in 24000 metri sulle Alpi Valdostane...Ho mescolato le emozioni di uno stradista oltre ogni immaginazione italica, con un semplice uomo di montagna a raccontare di essere passato in luoghi in cui era certo di esser già transitao, che però non aveva mai avvicinato in vita. Due esperienze di corsa che segnano un tempo, che corrono parallele, tra il mito della vittoria da alloro e della vittoria con e contro se stessi, sfidando le avversità che natura crea.
Ho capito che uno sportivo ha mille volti, ma da ieri ne ha due di veramente profondi, capaci di farti sentire giornalista, raccontandoti avventure che da solo non potrestio mai trasmettere usando il racconto sentito e la parola.
Siamo esseri incompleti, ma possiamo davvero arrivare al limite dell'extratemporalità, oltre il limite di quanto avremmo stabilito potesse essere.
Alexander Geronazzo

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"Bacco maledetto". Il monologo

"Ciò che segue è qualcosa di breve, ma non troppo…di forte, quanto basta…di vero, questo sì. Dal palco la voce vi arrivi come la naturale conclusione di uno spettacolo, andato in scena e messo in musica,per raccontare un testo. Un tratto di vita vissuta un pezzo dell’Alex pensiero.Non sarò prolisso, voglio essere concreto. Questa serata è dedicata a Bacco, colui che per me è stato “Il maledetto”.Il significato c’è, non dubitate, non è finzione artistica.La realtà che mi ha attraversato la vita da capo a piedi ruota attorno ad un maledetto vizio. Badate, non son certo il tipo d’uomo che pontifica sapienza, non ne avrei le basi, non sono colui che insegna. Però, senza smentire il mio essere, non posso non raccontarvi qualcosa che è triste ed attuale e di per se non ha bisogno d’esser insegnato, si spiega da solo. Lo faccio perché non ho scritto per bearmi di me stesso ma tentando una via in più per rendermi utile. Bacco maledetto è il titolo ideale del pensiero che ho in mente questa sera. Io, orfano di due padri, traditi dallo stesso inganno, beffati da un nemico che si nasconde e vince la guerra di logoramento ai danni dell’essere umano. Penso a quei ragazzi, poco più che bambini, che sostano ore ed ore davanti a un bar. Passo e ripasso, passeggiando li studio. Sarebbe facile generalizzare,lo so bene che non tutti cadranno nel problema, ma qualcuno sì. Ho guardato l’alcolismo con gli occhi di un figlio, ne ho compreso gli effetti scrutandolo da uomo ed ora, quando il conto sembra chiuso e la partita persa, voglio continuare ad alzare lo sguardo e parlare. Parlarne…E’ importante! L’alcolismo è il tema che il titolo introduce con fare artistico.Capitemi! Salgo su questo palco per parlare ad una platea di quel che ho scritto.Per questo voglio spiegarmi bene. Non si compone un libro in versi se nella mente tutto fosse prosaico. Eccomi al dunque, tutto ciò che è scritto viene da dentro, è qualcosa di impresso con inchiostro indelebile nella mia storia di essere umano, condizionata da un vizio perfido,silente e malefico. Ma so bene che la mia è una storia comune, specie qui da noi. Chi di voi non conosce un alcolista? Chi non è al corrente di una storia di disagio famigliare dovuto a chi abusa dell’alcool? Se andassimo ad alzata di mano sarebbe una totalità di braccia conserte. In questi primi trent’anni io me ne sono voluto tenere distante. Ho fatto una scelta cui poche volte non ho mantenuto fede, Non bevo alcolici! Attenti, così è certamente troppo, ma vorrei che suonasse come un invito alla moderazioneper chi abusa e per chi distribuisce abuso.Attenti ragazzi!L’alcool può uccidere. Preso a piccole dosi è un piacevole compagno.È collante della compagnia.Occhio quindi,che il vostro volto non perda freschezza,che lo sguardo sia sempre lucido ed attento.In campanache la via della vita,se inondata d’alcool, può diventare scivolosa.In men che non si dica e senza dare tempo di reazione.Agli adulti che sanno ciò che fannovoglio dire soltanto di essere consapevoli,che la bevuta in compagnia e la sbronza sono cose ben diverse.Come diverse sono le reazioni connessealla troppa assunzione di questo elemento, tollerato e tollerabile fintanto che non assuma gli effetti di una qualsiasi droga.Io non parlo per sentito dire,ho visto e vissuto,penso di averne titolo.Dedico questa serata ai miei due papà,loro sanno se ho facoltà di parlare.Capiranno e spero saranno fieri,che a loro modo e senza forse capirlo hanno insegnato molto della vita a questo invisibile contemplatore."

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