ALEX GERONAZZO "Lo speaker for passion"

" Ho voglia di dare voce al vento dello sport "

martedì 14 settembre 2010

Fabio Bernardi e Mariangela Marsura nella 21 e Furlan con l'iberica Poyatos Montserrat, nella 12 km, firmano la 4^ Maratonina della Speranza

La maratonina della Speranza è giunta ieri alla quarta edizione.
Nonostante nel triveneto ci fosse un vero e proprio formicaio di gare, la non competitiva di San Fior(TV) ha attirato ben 1249 iscritti ufficiali.
Tre i percorsi previsti, da 6, 12 e 21km. Io sono stato chiamato al commento, dall'associazione organizzatrice, l'ONLUS Associazione contro i tumori Renzo e Pia Fiorot.
Il nome dell'associazione, attiva sin dal 1984 richiama l'attività che essa propone, ovvero l'assistenza volontaria alle persone ammalate. Nel mio piccolo, quest'anno, l'ho inserita tra quelle manifestazioni che faccio , per così dire, senza scopo di lucro e ci mancherebbe altro.
Mi aspettavo una "garetta" e mi sono trovato in mezzo ad una marea di persone, in questa non competitiva del circuito "trevisando". Certamente qualche mio "collega" mugugnerà, perchè non "resto a casa mia", ma in questi casi, conta l'amicizia con chi mi ha voluto e chiesto di esserci. Leggendo delle 25000 ore di opera volontaria nell'ultimo anno di attività, di questa associazione, mi son reso conto, che in effetti, ieri, ho ricevuto molto più di quanto potessi dare.
Una giornata di bel caldo, con un cielo sereno e qualche fuori programma, come il lancio e il librarsi in volo di un centinaio di piccioni viaggiatori, portati da Alberto Furlan, vincitore nella 12 km e anche praticante di queste competizioni in cui i volatili in questione percorrono anche 800/900km alla volta.
In cronaca, la corsa principessa di giornata, ha visto sui 21 km e 400m ufficiali, la vittoria di Fabio Bernardi, il Re delle Ecomaratone nel 2008, che ha avuto vita non facilissima, quanto controllabile, sul più diretto avversario, un laziale di Frosinone, tale Venafro, ottimo atleta a quanto ho visto ed al terzo posto il trevigiano Cristian Salvador. In campo femminile vittoria a mani basse di Mariangela Marsura, che ha approfittato della defaiance dell'attesa, quanto assente poichè infortunata ex azzurra Rosanna Munerotto. Seconda l'altra trevigiana terribile e mia amica sempre col sorriso stampato sul bel viso, Olivetta De Conti.
La 12km maschile, come detto è andata a Furlan, mentre in campo femminile è spuntata dal nulla una spagnola, di origine e provenienza madrilena, la bionda Poyatos Montserrat.
Ebbene, concludo questo brev pezzo, ringraziando l'associazione Fiorot, per quanto fa, esortando a continuare anche nell'organizzare la maratonina della Speranza, ieri applaudita dagli addetti ai lavori, per il buonissimo riscontro logistico ed organizzativo. Lo sport può far molto.

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"Bacco maledetto". Il monologo

"Ciò che segue è qualcosa di breve, ma non troppo…di forte, quanto basta…di vero, questo sì. Dal palco la voce vi arrivi come la naturale conclusione di uno spettacolo, andato in scena e messo in musica,per raccontare un testo. Un tratto di vita vissuta un pezzo dell’Alex pensiero.Non sarò prolisso, voglio essere concreto. Questa serata è dedicata a Bacco, colui che per me è stato “Il maledetto”.Il significato c’è, non dubitate, non è finzione artistica.La realtà che mi ha attraversato la vita da capo a piedi ruota attorno ad un maledetto vizio. Badate, non son certo il tipo d’uomo che pontifica sapienza, non ne avrei le basi, non sono colui che insegna. Però, senza smentire il mio essere, non posso non raccontarvi qualcosa che è triste ed attuale e di per se non ha bisogno d’esser insegnato, si spiega da solo. Lo faccio perché non ho scritto per bearmi di me stesso ma tentando una via in più per rendermi utile. Bacco maledetto è il titolo ideale del pensiero che ho in mente questa sera. Io, orfano di due padri, traditi dallo stesso inganno, beffati da un nemico che si nasconde e vince la guerra di logoramento ai danni dell’essere umano. Penso a quei ragazzi, poco più che bambini, che sostano ore ed ore davanti a un bar. Passo e ripasso, passeggiando li studio. Sarebbe facile generalizzare,lo so bene che non tutti cadranno nel problema, ma qualcuno sì. Ho guardato l’alcolismo con gli occhi di un figlio, ne ho compreso gli effetti scrutandolo da uomo ed ora, quando il conto sembra chiuso e la partita persa, voglio continuare ad alzare lo sguardo e parlare. Parlarne…E’ importante! L’alcolismo è il tema che il titolo introduce con fare artistico.Capitemi! Salgo su questo palco per parlare ad una platea di quel che ho scritto.Per questo voglio spiegarmi bene. Non si compone un libro in versi se nella mente tutto fosse prosaico. Eccomi al dunque, tutto ciò che è scritto viene da dentro, è qualcosa di impresso con inchiostro indelebile nella mia storia di essere umano, condizionata da un vizio perfido,silente e malefico. Ma so bene che la mia è una storia comune, specie qui da noi. Chi di voi non conosce un alcolista? Chi non è al corrente di una storia di disagio famigliare dovuto a chi abusa dell’alcool? Se andassimo ad alzata di mano sarebbe una totalità di braccia conserte. In questi primi trent’anni io me ne sono voluto tenere distante. Ho fatto una scelta cui poche volte non ho mantenuto fede, Non bevo alcolici! Attenti, così è certamente troppo, ma vorrei che suonasse come un invito alla moderazioneper chi abusa e per chi distribuisce abuso.Attenti ragazzi!L’alcool può uccidere. Preso a piccole dosi è un piacevole compagno.È collante della compagnia.Occhio quindi,che il vostro volto non perda freschezza,che lo sguardo sia sempre lucido ed attento.In campanache la via della vita,se inondata d’alcool, può diventare scivolosa.In men che non si dica e senza dare tempo di reazione.Agli adulti che sanno ciò che fannovoglio dire soltanto di essere consapevoli,che la bevuta in compagnia e la sbronza sono cose ben diverse.Come diverse sono le reazioni connessealla troppa assunzione di questo elemento, tollerato e tollerabile fintanto che non assuma gli effetti di una qualsiasi droga.Io non parlo per sentito dire,ho visto e vissuto,penso di averne titolo.Dedico questa serata ai miei due papà,loro sanno se ho facoltà di parlare.Capiranno e spero saranno fieri,che a loro modo e senza forse capirlo hanno insegnato molto della vita a questo invisibile contemplatore."

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