ALEX GERONAZZO "Lo speaker for passion"

" Ho voglia di dare voce al vento dello sport "

lunedì 28 marzo 2011

8^ TREVISO MARATHON, ho esordito da speaker, nella maratona che ho corso...

8^ TREVISO MARATHON Official Speaker con Aldo Masi e Roberto Brighenti! Questa esperienza si aggiunge al mio curriculum che spazia oramai dal cross, al trail , alle stradali cittadine, fino all'ultra trail ed ora anche la madre di tutte le corse...La mia soddisfazione non si può quantificare...e presto anche un campionato italiano di corsa in montagna... Come dire...?! Alex c'è...Cacchio!!! Tutto è iniziato sabato. Una giornata all' EXPO nello stand del mio romanzo, Il corridore di Mezza Via. Molti si sono fermati e tanti hanno chiesto informazioni,alcuni lo hanno anche preso e questo è un bel risultato per un racconto scritto da un semi sconosciuto speaker di provincia. Lì con mia moglie Moira ho incontrato campioni che avrei commentato il giorno dopo e campionissimi, come Baldini. ma il nettare della maratona è l'immensa follia sentimentale che si poteva apprezzare nei volti delle migliaia di amatori, pronti all'ennesima sfida, stavolta di "Marca". Unico piccolo inconveniente, al ritorno, la macchina mi ha lasciato a piedi e solo il provvidenziale intervento del mercurino Andrea Bolzan mi ha consentito di rientrare. La domenica mattina è iniziata alle sei meno un quarto, gli ultimi preparativi er poi via, col mio fidato tecnico Moreno. Alle Otto e mezza avevamo già messo su tutto l'impianto audio...eh già, anche il service e la musica era nostra...Tout Court per TM! Avevamo due migliaia di Watt, pronti a falcidiare i padiglioni auricolari dei presenti, ma Moreno li ha domati alla grandissima...Dove ? A Ponte della Priula dove ero io in postazione di commento... c'era qualche migliaio di persone e questo mi dà degli spunti su cui riflettere. Tempo fa ho visto una diretta sulle Tv sportive nazionali di una maratona di cui non farò il nome, m...a della quale mi ha colpito l'icredibile semideserto di pubblico ai lati delle strade...Non penso di dbagliare di molto se dico che 50 mila persone c'erano nella marca gioiosa a sostenere gli atleti. Per me è stata una bella esperienza, la prima in una maratona e pensare che non ho voluto andare a commentare il traguardo...quasi come me la sentissi. Il mio posto è là, in mezzo alla gente. Sul palco sono rimasto sino al passaggio dei migliori 50 circa, per poi scendere giu' sulla sede stradale...Non si poteva?Non saprei... E poi chi lo dice...!?I canoni sono opera di chi vuole complicare le cose semplici e l'atletica è unica per la sua semplicità...Alle 13.20 è transitato l'ultimo...Io e Moreno eravamo lì, con la sigla del Gladiatore a dire a quell'uomo che l'essenza della corsa sta nel suo essere atleta che porta un peso enorme, quello di chiudere il passaggio di una corsa, di siglare una storia, di vivere la sua gara, oltre lo sguardo, chè va molto piu' in là dell'orizzonte... Un orizzonte fatto di volti e di storie, ieri ho stretto la mano e dato il cinque a statunitensi, spagnoli, tedeschi, finlandesi, svedesi, africani e persino ad una coppia di Hong Kong...Eppure ci siamo capiti lo stesso..Già, non essere stati lì non può spiegare, ma io mi emoziono e quasi mi scordo quel che dico...Il mio ricordo va alle 12.30, con ancora molto pubblico presente, le percussioni di un gruppo di senegalesi lassù, in cima all'ascesa al ponte, adornato delle bandiere del mondo... . In poche frasi l'essenza di una mattinata indimenticabile, messa a bagaglio esperienza, pregna di ricordi, di volti, di "cinque" dati e ricevuti. Io non lo se sarò chiamato ancora, ma so che il mio posto è là...Tra i corridori di mezza via...Complimenti ai forti, giu' il cappello ai vincitori, ma in fondo, complimenti e grazie alla materia pprima della corsa, le migliaia di corridori di mezza via...Giu' il cappello... Alla prossima...Ci rivediamo gente! Xiao a tutti! Questa è per voi: Oggi parla il silenzio Ho salutato l'alba, grigia ma splendida... Ho guardato ... sventolar le bandiere, tante erano che parevano un unico drappo... Ho volto lo sguardo, dietro di me erano centinaia... Era il momento, ho cominciato e i nomi sembravano canti, i numeri suonavano note multirazziali... Ho parlato ed ero contento... Sono passati a venti all'ora... ed ero contento. Ma poi è venuto il tempo. Ho scavalcato le grate del palco... ho ripreso la mia libertà... Lì, i n mezzo ai maratoneti e migliaia di mani, oltre le transenne... al mio fianco! Finalmente sono tornato, s ono uno di loro... Chiamavo la gente, aizzavo il batter di mani e rispondevano... Guardavo in faccia l'atleta corrermi incontro... Allungavo il braccio, in cerca di un "cinque"... e rispondeva... E' calato il sipario, ma solo...Solo, al passaggio dell'ultimo dei miei eroi del giorno... Ieri. Ho presentato, il maratoneta... ed ha risposto. Era ieri. Oggi la corsa continua, oltre l'orizzonte, piu' in là della stanca mente, d'un uomo che ieri parlava ed oggi è silente. (ArGo)

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"Bacco maledetto". Il monologo

"Ciò che segue è qualcosa di breve, ma non troppo…di forte, quanto basta…di vero, questo sì. Dal palco la voce vi arrivi come la naturale conclusione di uno spettacolo, andato in scena e messo in musica,per raccontare un testo. Un tratto di vita vissuta un pezzo dell’Alex pensiero.Non sarò prolisso, voglio essere concreto. Questa serata è dedicata a Bacco, colui che per me è stato “Il maledetto”.Il significato c’è, non dubitate, non è finzione artistica.La realtà che mi ha attraversato la vita da capo a piedi ruota attorno ad un maledetto vizio. Badate, non son certo il tipo d’uomo che pontifica sapienza, non ne avrei le basi, non sono colui che insegna. Però, senza smentire il mio essere, non posso non raccontarvi qualcosa che è triste ed attuale e di per se non ha bisogno d’esser insegnato, si spiega da solo. Lo faccio perché non ho scritto per bearmi di me stesso ma tentando una via in più per rendermi utile. Bacco maledetto è il titolo ideale del pensiero che ho in mente questa sera. Io, orfano di due padri, traditi dallo stesso inganno, beffati da un nemico che si nasconde e vince la guerra di logoramento ai danni dell’essere umano. Penso a quei ragazzi, poco più che bambini, che sostano ore ed ore davanti a un bar. Passo e ripasso, passeggiando li studio. Sarebbe facile generalizzare,lo so bene che non tutti cadranno nel problema, ma qualcuno sì. Ho guardato l’alcolismo con gli occhi di un figlio, ne ho compreso gli effetti scrutandolo da uomo ed ora, quando il conto sembra chiuso e la partita persa, voglio continuare ad alzare lo sguardo e parlare. Parlarne…E’ importante! L’alcolismo è il tema che il titolo introduce con fare artistico.Capitemi! Salgo su questo palco per parlare ad una platea di quel che ho scritto.Per questo voglio spiegarmi bene. Non si compone un libro in versi se nella mente tutto fosse prosaico. Eccomi al dunque, tutto ciò che è scritto viene da dentro, è qualcosa di impresso con inchiostro indelebile nella mia storia di essere umano, condizionata da un vizio perfido,silente e malefico. Ma so bene che la mia è una storia comune, specie qui da noi. Chi di voi non conosce un alcolista? Chi non è al corrente di una storia di disagio famigliare dovuto a chi abusa dell’alcool? Se andassimo ad alzata di mano sarebbe una totalità di braccia conserte. In questi primi trent’anni io me ne sono voluto tenere distante. Ho fatto una scelta cui poche volte non ho mantenuto fede, Non bevo alcolici! Attenti, così è certamente troppo, ma vorrei che suonasse come un invito alla moderazioneper chi abusa e per chi distribuisce abuso.Attenti ragazzi!L’alcool può uccidere. Preso a piccole dosi è un piacevole compagno.È collante della compagnia.Occhio quindi,che il vostro volto non perda freschezza,che lo sguardo sia sempre lucido ed attento.In campanache la via della vita,se inondata d’alcool, può diventare scivolosa.In men che non si dica e senza dare tempo di reazione.Agli adulti che sanno ciò che fannovoglio dire soltanto di essere consapevoli,che la bevuta in compagnia e la sbronza sono cose ben diverse.Come diverse sono le reazioni connessealla troppa assunzione di questo elemento, tollerato e tollerabile fintanto che non assuma gli effetti di una qualsiasi droga.Io non parlo per sentito dire,ho visto e vissuto,penso di averne titolo.Dedico questa serata ai miei due papà,loro sanno se ho facoltà di parlare.Capiranno e spero saranno fieri,che a loro modo e senza forse capirlo hanno insegnato molto della vita a questo invisibile contemplatore."

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