Il 1° Troi dei Cimbri annullato per maltempo
Vista da chi parla, non prima di avere ascoltato...
La mia giornata è iniziata così: sveglia alle tre, partenza in auto e guidatina in notturna, attraverso i vigneti dell'Alta Marca sino a giungere a Fregona, quando, nel buio del mattino, pochi uomini iniziavano a smuovere la quieta quotidinaità domenicale...
In una mezz'ora l'impianto audio era montato ed agibile, così mi sono gustato un buon caffè, amorevolmente fatto dalla graziosa ragazza rumena del bar...come dire? Il dolce risveglio...
Avevo guardato, alla mezzanotte di sabato, di ritorno da una gara commentata a pochi chilometri da casa, il bollettino orario del meteo, vedendo quella finestra "non bagnata", tra le quattro e le sei. Il tempo poi, è parso essere lievemente migliore rispetto al previsto e tutto pareva filare liscio...Una calma apparente avvolgeva Mezzavalle.
Dalle cinque iniziavo a vedere voi atleti e sembrerà strano, ma già all'arrivo in auto, vedendo due ragazzi tornare verso la palestra, camel bags e frontale accesa, mi aveva procurato una emozione...sì, lo so che sembro uno scemo, ma forse non è chiaro a tutti cosa provi uno che viene a commentare le gesta di corridori che vedi partire e per ore non rivedrai piu' sino all'arrivo, potendo immaginare solamente cosa vedano e quanto possa essere meravigliosamente eccitante quel loro correre liberi , un pò soli ed un pò no...
Quando il gruppo, prima del via, iniziava a farsi cospicuo, avevo messo in sottofondo, una musica di Morricone, una di quelle che arrivano dal vecchio West, forse per avvicinare con quel pò di sana aggressività del pistolero, tutta quella gente, consapevole anche che avrebbe preso acqua, tanta acqua.
In queste ore mi faccio delle domande, ma io ho le mie risposte, poichè la montagna la conosco bene, almeno tanto quanto, ma nella maggior parte dei casi anche meglio di molti trailer, giacchè senza tempi ne classifiche, sono molti i chilometri che camminando il trail solitario compio quasi quotidianamente su di essa. So che se c'è un temporale sono piu' a rischio, rispetto a quando c'è solo un acquazzone. Spesso parto lo stesso, anche se il meteo lo prevede...
Così ho approciato il mio Troi dei Cimbri, consapevole, come ho detto a voi concorrenti, prima della partenza che:
<...ora state partendo, ma ci rivediamo quì e so che tornerete, in un modo o nell'altro...>. Caro Alex, ora mi dico...è la seconda che hai detto! ...Siete tornati "nell'altro"...Ma siete tornati, tutti sani e salvi.
Certo, è vero, lassù poi il cielo si è aperto, ma come avete potuto sentire...anche un faggio lassù si è aperto, il che sta a significare che è andata meglio a voi che a lui, che pur non avendo investito risorse, ora non potrà piu' dire, pensare e guardare il passaggio di chicchessìa, vicino al suo imponente tronco. Come dire? Nessuno ha pensato a lui, come invece è accaduto a voi...
In quei momenti di pre gara, sono arrivati a me Ashtari, lo statunitense, capo compagnia della truppa yankees al via, con uno sguardo tanto semplice e la strana richiesta di una foto assieme...Sono momenti per me importanti da ricordare. Avevo studiato la musica, fatto tabelle atleti per cinquanta pagine, calcolando circa cinquanta ore dedicate a questo Troi, negli ultimi due mesi...Eppure di voi so ancora così poco e qualche cosa probabilmente non riuscirò nè a capirla, nè a saperla mai, poichè mi è chiaro che abbiamo idee differenti sulla basilarità del concetto per cui "la montagna non fa sconti" è bella ma bastarda, o la rispetti o essa potrebbe tirare un colpo secco di sinistro, sorprenderti ed eliminarti.
Quando siete partiti, sulle notte dell'Adiemus, ho cercato di essere alla vostra altezza, percependo che avreste avuto un compito arduo in una prova della massima severità...Non mi sbagliavo!
Alle sette, in zona arrivo mi rendo conto che tra me ed il ponte radio con il percorso, ci sono trecento metri o qualcosa meno, per me tutto sarebbe stato piu' complesso, ma poche parole sono bastate a trovare un modo...Mi hanno approntato un gazebo, che io ho chiuso ai lati, prevedendo l'acqua imminente...ed il mio gazebo personale lo ho prestato ad un altro stand.
Quando ho fatto il primo giro verso Radio mobile, avevo con me l'ombrello e la pioggerella era iniziata...Quando sono sceso dalla roulotte dei radio amatori , il vento portava via fisicamente l'ombrello e il mio ritorno al gazebo mi trovava inerme, come voi, esposto alla pioggia battente...Quasi ero contento di condividerla con voi...Però il dato che mi ha chiarito la portata dei venti è stato presto davanti ai miei occhi...Postazione divelta (quella prestata) e gazebo letteralmente accartocciato, con l'alluminio delle gambe, piegato e spezzato...
Mi sono detto?
Io generalmente guardo negli occhi le persone, per ogni motivo, chiarimento, discussione o semplice colloquio; se abbassassi lo sguardo sentirei di mancar loro di rispetto.
Quando ho visto Gianni avvicinarsi ho capito e lui ha parlato. La gara era annullata ed suoi occhi molto piu' che lucidi. Lo voglio dire, perchè una gara non è "costi quel che costi", è una gara e va sospesa o annullata quando è il momento...Oggi era il momento e vedendo bene Stefano, Filippo e Gianni, emozionati ciceroni di una decisione amara ma dovuta, ho capito che nel movimento, quel sano spirito trail che va oltre l'agonismo non è comune a tutti. Ho ascoltato e percepito qualche sporadica incazzatura, ma nove volte si dieci ho visto la consapevolezza degli atleti che ciò che era avvenuto fosse indiscutibilmente giusto...
Ho avuto la fortuna di parlare con chi ha fermato Cavallo e Fedel, che autonomamente, fuori gara, senza pettorale, hanno voluto proseguire, sfidando gli eventi consapevolmente...ma loro sono loro e i ritmi e l'esperienza gli danno un vantaggio notevole sul classico, pur referenziato, "corridore di mezza via". hanno chiesto anche se ci fossero vie di rientro alternative e questo va sottolineato, poichè hanno voluto valutare se quell'allenamento potesse essere concluso anche in maggiore sicurezza...ed hanno avuto indicazioni precise, non dopo essere stati invitati a pensarci bene. Alle 14 , quando sono partito per andare via, ad esempio altri che forse hanno seguito l'esempio, non avevano fatto ancora rientro e come per tutti l'organizzazione stava cercando di rintracciarli, cosa che poi è regolarmente andata a buon fine, non senza qualche tacita e giustificata apprensione, perchè (pettorale appuntato oppure no), chi organizza , aveva bene in mente , quale fosse il suo obiettivo di giornata...garantire a tutti un rientro in serenità.
Io lo so, potrò sembrare ad alcuni di voi il solito, classico ed imperterrito rompiballe, ma se mi è lecito, vi chiedo di pensare bene, non solo al come poteva andare bene se la gara fosse proseguita, ma anche dando uno sguardo mentale al come potrebbe essere stata di nefasto effetto in caso di incidenti alle persone, causate da un eccesso di sicurezza di chi organizza. Alle 16 un temporale simile quello del mattino, ha rifatto capolino sui monti e sulla piana, tanto che, pochi chilometri oltre quelle montagne, strade visibili da voi di lassù, sono state chiuse per smottamenti , frane ed arbusti sulla sede stradale...e ciò giu' a valle....Alle 16, alcuni di voi ancora sarebbero stati in corsa...
Ho voluto fermarmi, rimontato l'impianto e cercato di fare animazione. Non so se ci sono riuscito, ma so che avevo voglia di stare lì ad aspettarvi...e sono rimasto a guardarvi tornare, alimentarvi e sorridere nella compagnia della festa finale, rovinata dal mancato agonismo, ma maggiorata in senso sportivo dal conquistato concetto di sicurezza, come prima , imprescindibile forma mentis in cui l'atleta, l'uomo, lo sportivo , si deve calare , di fronte all'imprevisto che rende inutile, vano e forse stupido, il ricercare a tutti costi il risultato, che, cari amici, non è essenzialmente un traguardo tagliato in corsa, ma è ben altro.
Non so se il 2012 mi rivedrà ai Cimbri, mi rmetto a voi, dopo che all'organizzazione...ma so che quel "saltate su sulle montagne", sarà ancora il mio invito a render loro omaggio e soddisfazione a voi popolo del trail, quello che bada a portarsi cara a casa la pelle, consapevole dei rischi che può e non deve correre.
Io termino quì la mia cronaca di giornata, portandomi a casa, un pò di quella sana emozione , vera e sincera, letta negli occhi di Gianni, uomo di cultura, che sa amare la sua creatura, al punto da riuscire a rinunciarvi, in fede del rispetto che ha per l'uomo ed i suoi perchè. Lego un pò a me quella capacità di essere loquacemente silenzioso, che ha Stefano, imperscrutabile , ferma figura che ti dà sicurezza senza dire piu' parole di quante non servano, dote che a me manca e che rispetto profondamente. Cito infine Filippo, il Burgada dell'Alta Marca, col quale oggi ho condiviso piu' momenti che nelle passate edizioni, comprendendo che molto passa anche attraverso il suo essere uomo col volto di perenne bimbo, pronto a parlare con tutti, trasudando una pacatezza, a volte impensabile...
...ed infine mi porto a casa un poco dei vostri sguardi, sorrisi e risate, donatemi durante questa ed altre giornate, perchè io so di essere a contatto con la materia che rende lo sport degno del suo nome. Viva il trai , viva i trailers.
Alex
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