ALEX GERONAZZO "Lo speaker for passion"

" Ho voglia di dare voce al vento dello sport "

martedì 6 marzo 2012

BELLUNO-FELTRE-RUN 30km Fidal , 25 marzo! Camp.Regionale Veneto


Corsa su strada nazionale di 30 km

- PERCORSO OMOLOGATO FIDAL-

Valida come Campionato Regionale Fidal e CSI individuale



Che aspetti ad iscriverti? Io sarò lì ad attenderti sul traguardo di una corsa unanimemente considerata tra le top race del settore come livello tecnico organizzativo

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Belluno Feltre Run
Ambiente cultura e storia in trenta chilometri di corsa

di Alexander Geronazzo
Chi ha corso la Belluno Feltre almeno una volta, ne parla come di una top race ad ogni livello.
Una corsa evento, legata al territorio ed all'ambiente, capace di inserire al suo interno attività alternative come la camminata nordica, essendo di fatto la prima tappa del Nordic Walking in Tour, circuito nazionale al top nel walking con i bastoncini.
E poi la staffetta per chi ha meno chilometri nelle gambe o più voglia di ritmi elevati; in tre per squadra, con partenze e cambi ogni 10 chilometri.
Organizzazione a livello top marathon, servizi efficienti, innovazione, rispetto per l'ambiente, sono solo alcuni degli aspetti da sottolineare , guardando alla breve storia di questa corsa su strada.
Meno di una maratona e più di una mezza, ecco il senso che si riassume nella distanza atipica ma regolamentare dei 30km.
Una formula che da un paio di anni a questa parte attira tanto il top runner, quanto l'amatore, sino ad arrivare al cosiddetto "tapascione" domenicale.
Guardata ai suoi albori con malcelato sospetto, la Belluno Feltre si è ritagliata sin dalla prima edizione uno spazio preminente nel panorama delle corse su strada italiane.
Tanta è stata l'attenzione che i podisti gli hanno rivolto, da subito, che lo sguardo attento della federazione ci ha messo poco ad intuirne le potenzialità, tanto da omologarne il percorso sulla distanza regolamentare, applicandole di fatto il marchio di qualità che la ha promossa a regina delle gare ufficiali sul generis, ottimale trampolino di lancio in proiezione maratone primaverili.
Da Treviso, passando per Padova, sino a Roma e quest'anno Milano City Marathon, con la quale si è aperto un ufficiale gemellaggio, le corse sulla distanza olimpica per eccellenza, hanno trovato una manifestazione ideale ed ufficiale in preparazione. Potremmo definirla come la "gemella diversa" della maratona.
Ma poi, guardandosi bene attorno, chi la corre scopre un ambiente incredibile, entro al quale si colloca la Belluno Feltre.
Sei a Belluno e prima di partire basta orientare lo sguardo a 360° per vedere la grandezza della montagna dolomitica, vette immense e spettacolari che abbandoni lentamente, con il monte Serva che ti saluta e sospinge mentre gli dai le spalle.
Carrozze trainate da cavalli ed auto elettriche come capofila, rendono l'idea dell'attenzione prestata all'ambiente. Qui' la regola è centrare i cesti dei rifiuti ai ristori , dove anche la differenziazione è un punto fermo, pena possibili sanzioni a norma di regolamento per i runners meno ecologisti.
Deve essere così, perché in quella domenica di marzo la provincia di Belluno si ferma , chiudendo il transito automobilistico della sua principale arteria che arriva dalla pianura veneta, arieggiando di fatto questo polmone dolomitico.
Scendendo la sinistra Piave il paesaggio inizia a mutare, quando è il territorio di Limana ad offrire allo sguardo i primi tratti prealpini, con quelle montagne che erano poco prima rocciose ed in breve divengono verdeggianti.
Il percorso, facile in apparenza, ondeggia e coccola il podista offrendogli visuali panoramiche che ispirano tranquillità, nonostante la fatica che via via aumenta.
Il passo ritmato è come uno scorrer di pagine, entrando nel territorio di Trichiana "città del libro" , la cui piazza è un vociare insistente di incitamento, da parte delle migliaia di persone che assistono a questa festa della corsa.
Mentre l'uomo corre , la storia si fa strada ed è presto tempo di incrociare con lo sguardo quell'arroccamento antico che è Mel e, poco oltre, l'ombra lunga che scende dal colle alla sinistra della falcata in costante incedere, proiettata da sua maestà il castello di Zumelle.
Avanzi accelerando perché ora la strada inizia a scendere, mentre ti avvicini a Lentiai ed il rumore soave del Piave, fiume sacro alla Patria, si fa più vicino. Altra piazza gremita e tanta, tantissima gente che grida la sua gratitudine all'uomo che corre, grazie al quale tutto per una mattinata si ferma, ridando un senso di libertà ai luoghi.
Ora l'uomo che corre non deve farsi ingannare, perché, oltre la chiusa che scavalca il bacino di Busche, si cela l'insidia. Ciò che prima era così rapido allo sguardo, ora diviene improvvisamente rallentato. Il colle del Casonetto è un autentica bastonata a chi, poco prima , si era fatto prendere dal ritmo della discesa. Adesso si sale. Certo, la salita è breve eppure...
Se si passa indenni, il resto è poesia, rullata di gambe verso Feltre.
Ci siamo, la rotonda di Pasquer immette in Feltre. Lassù in alto la torre che domina Piazza Maggiore; è il colle della antica Feltre. Dall'alto del Teatro della Sena paiono giungere le ultime goldoniane parole che incoraggiano.
D'un tratto si è sotto le mura storiche, la spianata e poi i suoni della festa, musica e richiami di chi commenta le gesta dell'uomo che corre, di colui che si affaccia al salotto buono della città, laddove Castaldi precedette Guthemberg; laddove l'ultimo passo fermerà il tempo.
Questa signori e signore è la Belluno Feltre.

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"Bacco maledetto". Il monologo

"Ciò che segue è qualcosa di breve, ma non troppo…di forte, quanto basta…di vero, questo sì. Dal palco la voce vi arrivi come la naturale conclusione di uno spettacolo, andato in scena e messo in musica,per raccontare un testo. Un tratto di vita vissuta un pezzo dell’Alex pensiero.Non sarò prolisso, voglio essere concreto. Questa serata è dedicata a Bacco, colui che per me è stato “Il maledetto”.Il significato c’è, non dubitate, non è finzione artistica.La realtà che mi ha attraversato la vita da capo a piedi ruota attorno ad un maledetto vizio. Badate, non son certo il tipo d’uomo che pontifica sapienza, non ne avrei le basi, non sono colui che insegna. Però, senza smentire il mio essere, non posso non raccontarvi qualcosa che è triste ed attuale e di per se non ha bisogno d’esser insegnato, si spiega da solo. Lo faccio perché non ho scritto per bearmi di me stesso ma tentando una via in più per rendermi utile. Bacco maledetto è il titolo ideale del pensiero che ho in mente questa sera. Io, orfano di due padri, traditi dallo stesso inganno, beffati da un nemico che si nasconde e vince la guerra di logoramento ai danni dell’essere umano. Penso a quei ragazzi, poco più che bambini, che sostano ore ed ore davanti a un bar. Passo e ripasso, passeggiando li studio. Sarebbe facile generalizzare,lo so bene che non tutti cadranno nel problema, ma qualcuno sì. Ho guardato l’alcolismo con gli occhi di un figlio, ne ho compreso gli effetti scrutandolo da uomo ed ora, quando il conto sembra chiuso e la partita persa, voglio continuare ad alzare lo sguardo e parlare. Parlarne…E’ importante! L’alcolismo è il tema che il titolo introduce con fare artistico.Capitemi! Salgo su questo palco per parlare ad una platea di quel che ho scritto.Per questo voglio spiegarmi bene. Non si compone un libro in versi se nella mente tutto fosse prosaico. Eccomi al dunque, tutto ciò che è scritto viene da dentro, è qualcosa di impresso con inchiostro indelebile nella mia storia di essere umano, condizionata da un vizio perfido,silente e malefico. Ma so bene che la mia è una storia comune, specie qui da noi. Chi di voi non conosce un alcolista? Chi non è al corrente di una storia di disagio famigliare dovuto a chi abusa dell’alcool? Se andassimo ad alzata di mano sarebbe una totalità di braccia conserte. In questi primi trent’anni io me ne sono voluto tenere distante. Ho fatto una scelta cui poche volte non ho mantenuto fede, Non bevo alcolici! Attenti, così è certamente troppo, ma vorrei che suonasse come un invito alla moderazioneper chi abusa e per chi distribuisce abuso.Attenti ragazzi!L’alcool può uccidere. Preso a piccole dosi è un piacevole compagno.È collante della compagnia.Occhio quindi,che il vostro volto non perda freschezza,che lo sguardo sia sempre lucido ed attento.In campanache la via della vita,se inondata d’alcool, può diventare scivolosa.In men che non si dica e senza dare tempo di reazione.Agli adulti che sanno ciò che fannovoglio dire soltanto di essere consapevoli,che la bevuta in compagnia e la sbronza sono cose ben diverse.Come diverse sono le reazioni connessealla troppa assunzione di questo elemento, tollerato e tollerabile fintanto che non assuma gli effetti di una qualsiasi droga.Io non parlo per sentito dire,ho visto e vissuto,penso di averne titolo.Dedico questa serata ai miei due papà,loro sanno se ho facoltà di parlare.Capiranno e spero saranno fieri,che a loro modo e senza forse capirlo hanno insegnato molto della vita a questo invisibile contemplatore."

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