ALEX GERONAZZO "Lo speaker for passion"

" Ho voglia di dare voce al vento dello sport "

domenica 27 giugno 2010

La coppia vince! Sara Tomè ed Adriano Pagotto onorano la loro partecipazione con la vittoria
Il signore e la signora della corsa!
Ecco il giusto appellativo per i vincitori della 6^ Campo-SanDaniele-Campo. L'Atletica Vittorio Veneto piazza il bis con Pagotto e Tomè davanti a tutti. Il vittoriese duella con un caparbio Ivan Geronazzo mai domo, che alla fine però deve cedere alla lucidità tattica dell'avversario. Per la "prima donna" non è stato tutto facile, con la veneziana Mirella Pergola e la Romano Gargarelli ad insidiarla sin dalle prime battute.
Il nordic walking vede affermarsi ex-aequo Susanna e Comiotto, con la De Nardin regina nella Conca degli Eroi.

E' stata una edizione che ha visto al via circa 250 partecipanti totali, 198 dei quali impegnati nella corsa in montagna, 26 nel nordic walking ed i rimanenti in passeggiata.
Il dato tecnico parla trevigiano, con la vittoria sia in campo maschile che femminile di due portacolori illustri dell'Atletica Vittorio Veneto. Se la Campo-SanDaniele-Campo cercava la qualità per il prosecuo del prestigioso albo d'oro, con Adriano Pagotto e Sara Tomè l'ha trovata eccome.
In avvio di gara il gruppo compatto inizia a risalire la dorsale di Mison, in fila indiana, con distacchi minimi, fino al primo ristoro. Sul sentiero che si erge sopra Schievenin e la valle del Tegorzo, i primi se ne sono andati via, ritrovandosi a dover selezionarsi a vicenda, sul terribile strappo sotto Borgo Fobba, ai piedi della forcella San Daniele. Ne è derivato un primo attacco di Pagotto, che al GPM è transitato con circa 30 secondi di vantaggio su Geronazzo e Zanatta di poco distaccati tra di loro, con la sorpresa di giornata Marco Bortolotto a tenere bene il ritmo del primo duro tratto di "San Daniele". Sulla discesa verso Pont de La Stua , il vittoriese , alla testa della corsa, memore delle velleità di Geronazzo nelle discese, non si è fatto sorprendere, tenendo un buon vantaggio, forse quasi esagerando con il rischio, evidentemente, dato l'epilogo finale, molto ben ponderato. Infatti la discesa ha lasciato i secondi di svantaggio del valdobbiadenese, pressochè immutati ed a quel punto rimaneva l'unico tentativo di recupero, sulla lunga piana verso Balzan. Frattanto la gara femminile vedeva transitare Sarà Tomè a San Daniele, con 2 minuti di margine su Mirella Pergola, atleta del VeniceMarathonClub. Più staccate, in lotta, Silvia Romano Gargarelli (GsLaPiave2000) ed Alice Perenzin, giovane feltrina della Virtus Nemeggio.
A Balzan le cose, in testa, sembravano cambiare e il contatto radio comunicava allo speaker, due atleti transitare molto vicini tra loro al km 8. Quindi Geronazzo appariva intenzionato oramai a ricongiungersi a pagotto. Dietro di loro, Andrea Zanatta tenendo il suo ritmo doveva guardarsi le spalle da un veemente ritorno del querese Paolo La Placa, molto veloce sul piano, tanto da guadagnare posizioni su posizioni in vista degli ultimi due chilometri p poco più. alle loro spalle la gara femminile viaggiava sulla falsariga del precedente discorso.
Ecco quindi che per le fasi ultime, chi poteva decidere la gara sarebbe stata la valle del Cagnan e magari, più propriamente, l'ultima salita "bastarda", sul selciato romano...
Fasi finali, dal viottolo antistante il traguardo appare la folta chioma al vento di Adriano Pagotto, Re della "San Daniele" 2010 in 46 minuti e 3 secondi. Staccato di 36 secondi quindi Geronazzo ed a seguire, sul podio Andrea Zanatta e, nell'ordine, La Placa, Bee, Tremea,Zanella,Rizzotto, Amghit(MAR) e Basei.
Passano i minuti ed è il momento di accogliere una Sara Tomè in trionfo in 57'44". Indomita , "direttamente dalle sedi RAI", seconda a meno di due minuti, una grande Mirella Pergola. Il terzo gradino del podio è a pannaggio di Silvia Romano Gargarelli, che precederà nell'ordine, Perenzin, Bello,Pradal,Fortuna, Tognazzo, Schievenin, Brinza e Mariani.

LE CLASSIFICHE:


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"Bacco maledetto". Il monologo

"Ciò che segue è qualcosa di breve, ma non troppo…di forte, quanto basta…di vero, questo sì. Dal palco la voce vi arrivi come la naturale conclusione di uno spettacolo, andato in scena e messo in musica,per raccontare un testo. Un tratto di vita vissuta un pezzo dell’Alex pensiero.Non sarò prolisso, voglio essere concreto. Questa serata è dedicata a Bacco, colui che per me è stato “Il maledetto”.Il significato c’è, non dubitate, non è finzione artistica.La realtà che mi ha attraversato la vita da capo a piedi ruota attorno ad un maledetto vizio. Badate, non son certo il tipo d’uomo che pontifica sapienza, non ne avrei le basi, non sono colui che insegna. Però, senza smentire il mio essere, non posso non raccontarvi qualcosa che è triste ed attuale e di per se non ha bisogno d’esser insegnato, si spiega da solo. Lo faccio perché non ho scritto per bearmi di me stesso ma tentando una via in più per rendermi utile. Bacco maledetto è il titolo ideale del pensiero che ho in mente questa sera. Io, orfano di due padri, traditi dallo stesso inganno, beffati da un nemico che si nasconde e vince la guerra di logoramento ai danni dell’essere umano. Penso a quei ragazzi, poco più che bambini, che sostano ore ed ore davanti a un bar. Passo e ripasso, passeggiando li studio. Sarebbe facile generalizzare,lo so bene che non tutti cadranno nel problema, ma qualcuno sì. Ho guardato l’alcolismo con gli occhi di un figlio, ne ho compreso gli effetti scrutandolo da uomo ed ora, quando il conto sembra chiuso e la partita persa, voglio continuare ad alzare lo sguardo e parlare. Parlarne…E’ importante! L’alcolismo è il tema che il titolo introduce con fare artistico.Capitemi! Salgo su questo palco per parlare ad una platea di quel che ho scritto.Per questo voglio spiegarmi bene. Non si compone un libro in versi se nella mente tutto fosse prosaico. Eccomi al dunque, tutto ciò che è scritto viene da dentro, è qualcosa di impresso con inchiostro indelebile nella mia storia di essere umano, condizionata da un vizio perfido,silente e malefico. Ma so bene che la mia è una storia comune, specie qui da noi. Chi di voi non conosce un alcolista? Chi non è al corrente di una storia di disagio famigliare dovuto a chi abusa dell’alcool? Se andassimo ad alzata di mano sarebbe una totalità di braccia conserte. In questi primi trent’anni io me ne sono voluto tenere distante. Ho fatto una scelta cui poche volte non ho mantenuto fede, Non bevo alcolici! Attenti, così è certamente troppo, ma vorrei che suonasse come un invito alla moderazioneper chi abusa e per chi distribuisce abuso.Attenti ragazzi!L’alcool può uccidere. Preso a piccole dosi è un piacevole compagno.È collante della compagnia.Occhio quindi,che il vostro volto non perda freschezza,che lo sguardo sia sempre lucido ed attento.In campanache la via della vita,se inondata d’alcool, può diventare scivolosa.In men che non si dica e senza dare tempo di reazione.Agli adulti che sanno ciò che fannovoglio dire soltanto di essere consapevoli,che la bevuta in compagnia e la sbronza sono cose ben diverse.Come diverse sono le reazioni connessealla troppa assunzione di questo elemento, tollerato e tollerabile fintanto che non assuma gli effetti di una qualsiasi droga.Io non parlo per sentito dire,ho visto e vissuto,penso di averne titolo.Dedico questa serata ai miei due papà,loro sanno se ho facoltà di parlare.Capiranno e spero saranno fieri,che a loro modo e senza forse capirlo hanno insegnato molto della vita a questo invisibile contemplatore."

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