ALEX GERONAZZO "Lo speaker for passion"

" Ho voglia di dare voce al vento dello sport "

domenica 31 maggio 2015

Antica antologia della corsa , sull'orlo del Corlo


Mirko Cocco e Deborah Pomarè , vincono sui 18km
Eleonora Prigol e Roberto Poletto , nella 10 km.

Inizio così, il mio racconto, citando le gesta dei primi arrivati, poi mi addentrerò nella corsa, perchè oggi è come fossi stato lì nel mezzo e Paolo Masiero, lui lo sa.
E' il giovane vicentino a bissare il successo del 2014 sul giro piu' lungo, dopo che il gruppo, verso le nove e venticinque , aveva iniziato la sua corsa da Le Campagnole , verso tutto il resto d'un immenso panorama lacustre. Cocco ha impreziosito la sua performance, per il fatto di aver avuto la meglio su Gasperi ed un certo Joanthan Wyatt , fenomeno sportivo , già olimpionico ad Atene e sei volte campione del mondo della corsa in montagna.
In campo femminile preziosa presenza di Antonella Confortola, impegnata "fuori concorso" in un allenamento diverso ma intenso. In gara la primierotta portacolori dell'Atletica Lamon , Deborah Pomarè ha dovuto guardarsi le spalle Lucia Filippi e Sonia Rigon.
Nella breve ad imporsi sono stati la giovane Eleonora Prigol per la Polisportiva Sovramente ed un grande Roberto Poletto che ha scelto il percorso breve a suggello d'una buona giornata di forma.
I risultati completi su : http://www.tds-live.com/ns/index.jsp?login&password&is_domenica=0&nextRaceId&dpbib&dpcat&dpsex&serviziol&pageType=1&id=6869&servizio=000&locale=1040 .
Gli 831 arrivi sono veramente un numero che fa impressione contando la breve storia di una corsa, solo al secondo anno. Dove arriveranno gli arsedesi il cielo solo lo sa.

***

E poi...E poi entro in corsa con voi. Chissà che tirate fino al Ponte Vecchio? Chissà che gioia percorrere il Sentiero degli Alpini? Quei corrimano sul lago, quel verde intenso che di prima mattina si tinge ancora di piu' d'un colore vivace e romantico?
Non sempre si può, ma quì ho potuto godermi la stessa strada che voi avete fatto, tutti i diciotto chilometri.
La vecchia segheria veneziana sommersa, che spunta ora, solo di pochi centimetri , tanto che basti a farsi ricordar di lei.
Un sentiero, sull'altra sponda che inizia a salire, ripido e perfido nel suo scivolar sotto le suole, ma amico e pittore , nel suo dipingere emozioni ad ogni volta di sguardo a specchiar di sguardi un lago che al primo schiarir di sole, diventa riflesso di magie d'autore, quasi fossero pennellate degli angeli a pelo d'acqua.
Cascate brevi, rinfrescanti, dove l'acqua risuona melodica al picchiar in roccia.
Il sottobosco , veloce e comodo, sino alla discesa della madonnina, dopo borghi che richiamano la mente alla storia ferma da un secolo...Eppur sono lì, a raccontarsi tra i rami , in una quiete quasi mistica, forse misteriosa che fa immaginare uomini e donne che faticano a vivere e spostarsi, lavorare e conquistarsi ogni giorno, la vita del giorno che verrà.
Una discesa che porta al bivio del Col de Stach che non permette di distrarsi, Mentre scendevo al trotto e non piu' al galoppo d'un tempo che fu, immaginavo il balzar di sasso in sasso, con la punta delle scarpe ad aggrapparsi sicura alla presa in pietra del passo dopo.
Il Col de Stach...Se lo scegli è perchè lo vuoi conoscere.
Sale inclemente, ripido a tornanti , sdrucciolevole e bastardo, come io lo avrei voluto...come lo ho trovato. Verso la cima non si capisce , ma se guardi oltre hai conferma che sei a piombo sul lago. Basta uno "stach" per volare verso un mondo sommerso. Eppure è bello, amico e compagno...
Dove cambia pendenza e si fa per scendere solo qualcuno sarà salito in cresta. Se soffri la vertigine il traballar di gambe t'avvisa che quello sperone è un trampolino verso lo sconfinato mondo delle acque.
Ti ci affacci ed è un miracolo di bellezza. Suona la quiete, lassù.
E poi giù verso valle , si deve e si va, correndo un tratto divertente, un gioco per grandi che danzano ancora in sentieri stretti, verso la discesa.
E poi cominci i borghi, uno piu' bello dell'altro, i Todesch, I Bert e via , via verso Corlo...
Ti avvicini e cominci a vedere la chiesetta di Tanisoi...
Quando si è a Corlo, uno sguardo all'ottocentesca fontana scavata in roccia, sotto ad una volta antica, il cui sgorgar dell'acqua avviene attraverso un ugello leonino in bronzo antico.
Sulla strada verso la diga ti sembra d'essere in uno di quei paesaggi visti nel primo Don Camillo; dove i guardrail sono paracarri vecchi e carichi di significato e i passaggi in grotta, che portano alla diga, sembrano esser messi lì per generare la curiosità magica, quasi cinematografica , appena illuminati da lumicini flebili che conducono a questo sbarramento d'umana fattura di metà secolo scorso.
Attraversi, sospeso tra le rocce . giunte da un lembo di cemento che par essere un gigante senza paura, col potere di trattener e liberar l'acqua, elemento piu' potente che la natura crea,
Tanisoi ed il suo silente consenso al passar di piedi "foresti" e poi " I pomer" , insediamento a dominio dello specchio lacustre sulla diga. Andare non puoi se il tuo correr è un catturar di sguardi , verso la magnificienza del creato e del creabile.
Finirà soltanto dopo il passaggio sul ponte sospeso, che danza, ondeggiando sopra cinquanta metri di lago colmo, tra assi in legno, congiunte tra torrioni che paiono eretti dalla potenza d'un Re che volle un camminamento che lo facesse sentir sovrano dell'acque.
L'ultimo pezzo di lago è un rimirar romatico. Il campanile imponente, la classe della pertinenza dell'antico Albergo Parigi...
Pochi passi ancora...

Vorrei che di raccontar
non si finisse mai,
la corsa che non è corsa,
ma antica antologia ,
O render merito ai meritevoli ,
chiamandola poesia ...
...in corso...ancora, sempre.

(ArGo)


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"Bacco maledetto". Il monologo

"Ciò che segue è qualcosa di breve, ma non troppo…di forte, quanto basta…di vero, questo sì. Dal palco la voce vi arrivi come la naturale conclusione di uno spettacolo, andato in scena e messo in musica,per raccontare un testo. Un tratto di vita vissuta un pezzo dell’Alex pensiero.Non sarò prolisso, voglio essere concreto. Questa serata è dedicata a Bacco, colui che per me è stato “Il maledetto”.Il significato c’è, non dubitate, non è finzione artistica.La realtà che mi ha attraversato la vita da capo a piedi ruota attorno ad un maledetto vizio. Badate, non son certo il tipo d’uomo che pontifica sapienza, non ne avrei le basi, non sono colui che insegna. Però, senza smentire il mio essere, non posso non raccontarvi qualcosa che è triste ed attuale e di per se non ha bisogno d’esser insegnato, si spiega da solo. Lo faccio perché non ho scritto per bearmi di me stesso ma tentando una via in più per rendermi utile. Bacco maledetto è il titolo ideale del pensiero che ho in mente questa sera. Io, orfano di due padri, traditi dallo stesso inganno, beffati da un nemico che si nasconde e vince la guerra di logoramento ai danni dell’essere umano. Penso a quei ragazzi, poco più che bambini, che sostano ore ed ore davanti a un bar. Passo e ripasso, passeggiando li studio. Sarebbe facile generalizzare,lo so bene che non tutti cadranno nel problema, ma qualcuno sì. Ho guardato l’alcolismo con gli occhi di un figlio, ne ho compreso gli effetti scrutandolo da uomo ed ora, quando il conto sembra chiuso e la partita persa, voglio continuare ad alzare lo sguardo e parlare. Parlarne…E’ importante! L’alcolismo è il tema che il titolo introduce con fare artistico.Capitemi! Salgo su questo palco per parlare ad una platea di quel che ho scritto.Per questo voglio spiegarmi bene. Non si compone un libro in versi se nella mente tutto fosse prosaico. Eccomi al dunque, tutto ciò che è scritto viene da dentro, è qualcosa di impresso con inchiostro indelebile nella mia storia di essere umano, condizionata da un vizio perfido,silente e malefico. Ma so bene che la mia è una storia comune, specie qui da noi. Chi di voi non conosce un alcolista? Chi non è al corrente di una storia di disagio famigliare dovuto a chi abusa dell’alcool? Se andassimo ad alzata di mano sarebbe una totalità di braccia conserte. In questi primi trent’anni io me ne sono voluto tenere distante. Ho fatto una scelta cui poche volte non ho mantenuto fede, Non bevo alcolici! Attenti, così è certamente troppo, ma vorrei che suonasse come un invito alla moderazioneper chi abusa e per chi distribuisce abuso.Attenti ragazzi!L’alcool può uccidere. Preso a piccole dosi è un piacevole compagno.È collante della compagnia.Occhio quindi,che il vostro volto non perda freschezza,che lo sguardo sia sempre lucido ed attento.In campanache la via della vita,se inondata d’alcool, può diventare scivolosa.In men che non si dica e senza dare tempo di reazione.Agli adulti che sanno ciò che fannovoglio dire soltanto di essere consapevoli,che la bevuta in compagnia e la sbronza sono cose ben diverse.Come diverse sono le reazioni connessealla troppa assunzione di questo elemento, tollerato e tollerabile fintanto che non assuma gli effetti di una qualsiasi droga.Io non parlo per sentito dire,ho visto e vissuto,penso di averne titolo.Dedico questa serata ai miei due papà,loro sanno se ho facoltà di parlare.Capiranno e spero saranno fieri,che a loro modo e senza forse capirlo hanno insegnato molto della vita a questo invisibile contemplatore."

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