ALEX GERONAZZO "Lo speaker for passion"

" Ho voglia di dare voce al vento dello sport "

sabato 29 agosto 2009

Allenamento sulle orme del soldato Peter Pan

Inaspettatamente, ieri, ho avuto mezza giornata di riposo , dal lavoro.
La giornata volgeva al variabile, seppure la conca fosse ancora ben assolata.
Era qualche giorno che ci pensavo e dopo la gara di Tambre d’Alpago, di Nordic Walking, con un buon ottavo posto, avevo fatto ben pochi allenamenti. In questo periodo ho bisogno di fare salita, perchè è proprio in ascesa che perdo terreno dai migliori.
L'ideale era di andare al fresco, magari trovando anche un motivo interiore, per cercare la meta.
Ho guardato il Monte Tomba e mi sono messo in testa di ripercorrere le orme dei protagonisti...
Mi è venuto spontaneo pensare a Peter Pan*. Chissà poi com'era il soldato Peter Pan?Lo immagino biondo, minuto e magro, con un paio di occhialetti tondi ed un volto intellettuale.
Sì, la cosa giusta era di andare a trovarlo. Mi son messo al volante destinazione Pian de La Bala. Lì ho parcheggiato, con l'intento di seguire la provinciale proveniente da malga Le Mure, sino a imboccare, dopo le gallerie, la Statale Cadorna e salir su.
Circa 5 km di salita, tirando ad un'andatura sui 9 al chilometro, costante, badando alla correttezza del gesto tecnico e all'armonia del passo alternato. Strada facendo mi guardavo attorno, nel silenzio cupo di una giornata ormai fattasi uggiosa.
Un fresco gradevole puntava al freddo più salivo di quota. Pantaloncini e canotta running addosso, ma un camel bag fornito di tutto il necessario a coprirmi e ripararmi, perchè si sa, la montagna non ti fa sconti e in un attimo il bello diventa brutto e il brutto può esserlo in maniera pesante per un fisico soltanto mediamente preparato ad eventuali intemperie.
Io non sono un coraggioso di natura; ho sempre evitato di disputare gare col maltempo pressante.

Proseguivo la mia marcia, fermandomi o rallentando solo all'incrociare auto oppure per ammirare gli scorci di pianura, ben al di dentro del guard rail protettivo, che dà sui dirupi a picco.
Una riflessione breve davanti alla lapide d'un ragazzo di 21 anni, datata 1978 e recante il saluto a "colui che precipitò nel vuoto di questa sua amata montagna".
Più a monte la strada, dopo circa venti minuti o poco più, si trascinava avanti quasi in piano, sino appunto al ricongiungersi con la via d'accesso principale al Grappa.
Il cartello di fronte a me indicava il passo chiuso per asfaltatura. Meglio, potevo salire più tranquillo, gustandomi il corollario di scorci ed emozioni che ho avuto da sempre, quando il tempo mi consente di salire il monte sacro alla patria. Ho piena ragione, nel meditare che per molti ciò che dirò, appaia come pura demagogia, un romanticismo spinto oltre il normale, ma in certi posti io mi sento davvero come difficilmente potrei spiegare. Immerso nella solitudine che cercavo , presto raggiungo gli operai e i mezzi al lavoro. L'erba alta a bordo strada mi costringe a transitare sulla fresca asfaltatura e la suola delle mie Mizuno scricchiola e aderisce quasi incollandosi al suolo. In prossimità dell'ultima "gettata!, salgo lungo il ciglio interno della carreggiata, a ridosso della scarpata, proprio nel canale di scolo dell'acqua piovana. Poche centinaia di metri e sono al monumento ai partigiani, opera eretta a ricordo della aspra battaglia contro il nazifascismo. La statua di bronzo, alta il doppio di me, tace ma parla chiaro. Due mani grandi, ruvide, si porgono, protendendosi semichiuse al cielo. Il volto dell'uomo che chiede la pietà dei suoi Dei, coloro o colui in cui crede...E' ormai pronto a salire su...Ai piedi di questa immagine dolorosa, scolpita da sapienti mani, la lettera del "soldato Citton", che ha coscienza d'essere ai suoi ultimi momenti, vittima di un destino scritto dal nemico, preda prossima della fucilazione...certo dei suoi ideali invita i suoi compagni da mollare continuando a credere nell'unico ideale..."la libertà".
Sono momenti che quando vivo in solitudine, mi coinvolgono nel profondo, mi fanno comprendere quanto sia il merito altrui se io oggi posso compiere le mie scelte da uomo libero.
Salire all'ossario del Monte Grappa, luogo simbolico d'Italia e di ciò che è stata, sperando di divenire diversa e migliore, è stato un attimo. Mentre due giovani militari presidiavano l'entrata alle gallerie ed al museo, un bimbo chiedeva al papà perchè fossi costretto a camminare coi bastoni...
Mi sono coperto, più per rispetto che per il freddo ed ho rapidamente risalito la gradinata che dal piazzale del Rifugio Scarpone conduce al Sacrario. Una breve sosta a rendere merito alla compagnia di bersaglieri padovani, autori di gesti eroici a liberazione di paesi che sono poi i miei. Per la prima volta , ho voluto andare prima a visitare la parte austro ungarica. Ho cercato tra i due ampi semicerchi, facendo su e giù dai gradini, cercando un nome, leggendone molti altri...boemi, moravi, teutonici, arrivati in Italia con l'ordine superiore...di morire per le altrui glorie, molti contro volontà, quasi tutti vittime inermi delle barbare idee di una civiltà che ancora oggi tardiamo a vedere chiaramente.
Lo ho trovato , raccogliendo due fiori rupestri, li ho posti, inginocchiandomi di fronte all'ultima casa del soldato Peter Pan. Ma ciò che mi ha sorpreso e emozionato è stato il trovare altri fiori, lì, davanti la porta della nicchia piccola. Forse parenti, più probabilmente il gesto d'un bambino attratto da quel nome, magari chissà, un lettore del "corridor di mezza via".
Non potevo certo essere arrivato lassù senza visitare la parte dedicata alle migliaia di soldati, giovani italiani purtroppo così numerosamente inermi vittime d'un destino che noi viviamo oggi, grazie al loro definitivo sacrificio.
Il viale lunghissimo, attorniato dagli enormi parallelepipedi , ritti e posizionati a fissa memoria dei monti che furono teatro degli eventi bellici della grande guerra.
Chissà se tutto ciò è servito? Chissà se l'essere umano ha capito, compreso l'essenza irrinunciabile dell'essere libero? Chissà che sia così.
Dopo una breve visita alla cappella del santuario, completamente assorto e padrone d'un credo tutto mio, eccomi tornare a visitare brevemente altri saldati, nomi scritti, volti immaginati...Ognuno un pò soldato Peter Pan nei miei pensieri...
Raccolgo ed imbraccio lo zainetto, dopo essermi allontanato quanto basta per poter svestire la tuta da ginnastica. Di nuovo in tenuta run, prendo la decisione rapida di ridiscendere di corsa per i sentieri. Qualcuno mi osserva stranito? Eppure per me è tutto così ampiamente normale. Un'allenamento che prende corpo e mente e lo trasporta lungo strade, sentieri, passaggi visivi, pensieri e preghiere col cuore, senza proferir parola...Solo con me stesso, ho trovato ciò che cercavo. La discesa è alla mia portata, ma la scoprirò strada facendo. Slego dalla presa manuale i bastoncini e li impugno a metà stelo...Ritorno per una mezz'ora un podista da corsa in montagna...Quanto tempo!? Troppo...Sì, molto, anche per capire subito che il passo, l'equilibrio, il coraggio e la capacità di individuare dove sia l'appoggio giusto per il piede, al passo successivo. La mulattiera che parte dal rifugio, verso l'anello del Grappa, lungo le aperture laterali alla montagna, che furono sede dei cannoni da "75"...Al bivio che indica la Croce dei Lebi, faccio la mia deviazione e so che a breve troverò un sentiero sconosciuto o mal ricordato, che mi porterà al Pian de la Bala. Il passo è, come detto, incerto e per questo guardingo...Perdo più volte l'equilibrio, scivolo sui sassi senza cadere. In qualche minuto mi sembra di avere ripreso la tecnica e la spavalderia d'un tempo che fu profeta del mio buon discesismo. Già...mi sembrava...Ho appena cominciato a dar confidenza ad andatura , gambe e corpo, che perdo l'appiglio sotto il piede sinistro, su un tratto di sentiero troppo stretto. Stupido! Me lo ripeto, lì disteso a terra, mentre osservo anca e ginocchio sbucciati, ma fortunatamente integri. E' andata bene, ma ero solo, non dovevo prendere nessun rischio, là sulla montagna. Riprendo ma mi sento anomalo, confuso, quasi debole. Solo dopo qualche attimo sento scivolarmi tra palmo della mano e bastoncino, una umidità calda, vischiosa, imprevista. Una goccia mi scende sulla gamba ed è una macchia rossa che si ripete a breve...
Non mi ero accorto ma una scheggia o forse un sasso, ma forse chissà che altro, mi è entrata nel pollice. Una ferita , profonda ma non preoccupante...Ecco, cosa manca nello zainetto? Qualcosa per bagnare, medicare! Perdo sangue, forse poco per qualcuno...ma tanto per chi prova fastidio ed agitazione vedendolo scorrere su di se. Non posso fare altro che impugnare il dito a morsa, con l'altra mano che farà da laccio emostatico. Ora, equilibro, spossatezza o poco allenamento al trail in montagna, devo allungare la falcata, alzare il ritmo ed arrivare prima possibile all'auto. Rischio di cadere più volte, perchè la sede del sentiero è molto stretta e cambia spesso direzione, ma ci metto poco a raggiungere i ruderi della villa signorile con stalla, che campeggia a dominio del Pian de La Bala. Sono in macchina, mi disinfetto con l'acqua, dopo che con l'erba fresca mi ero asciugato alla "bene e meglio" dal sangue di cui ho ormai le mani intrise.
Non ho cerotti...ma carta igenica e fil di ferro. Tanto basta a medicar la ferita e ridiscendere tra il Lago delle Mure, la vedetta, le trincee del Monte Pallone e poi giù, sono sul Tomba e ritrovo la Conca delle medaglie d'oro.
Uno dei più bei allenamenti in solitaria mai fatti.


*Il soldato Peter Pan: è il titolo di un capitolo de "Il corridore di mezza via", in cui si nomina un soldato austro-ungarico, sepolto nel sacrario del Monte Grappa, che è omonimo del personaggio fantastico delle favole.

lunedì 24 agosto 2009

PrealpiMarathon, i due giorni dei 1000! Ampio successo per la 5^ edizione. Le manifestazioni clou vedono vincere Bernardi nella Run e Fabbri nella MTB

Anche per me finisce con grande soddisfazione l'edizione 2009 della manifestazione estiva , regina dello sport in valbelluna. Partito con l'idea di essere speaker ufficiale della Run marathon, mi sono ritrovato coinvolto e concentrato praticamente al commento globale dell'evento. Dopo avere presentato al Ristorante al Moro, la conferenza stampa ufficiale di presentazione dell'evento, al pubblico, il giorno 11 agosto, avrei dovuto limitarmi ad enfatizzare e seguire i podisti della marathon , nelle fasi iniziali, finali e di premiazione, oltre che dedicarmi alla "non competitiva" ed al nordic walking. Invece, l'effetto sorpresa ha preso il sopravvento e causa alcuni "effetti collaterali" imprevisti, sono stato chiamato a dar disponibilità di coordinazione dell'intero fine settimana nella piazza di Mel. Ora posso dire, buon per me! A sostituirmi alla partenza Run, è stato mandato l'ottimo Matteo Gaio, supportato dal tecnico audio Moreno Putton, che ha gestito il mio impianto, che come negli accordi è stato montato ed utilizzato lì, a malga Montegal. Io invece ho iniziato sabato, commentando per tutto il pomeriggio, il circuito giovanile, con le prove mtb del "Circuito Saranno Campioni" e la Run Giovani Fidal, poi conglobate anche nel duathlon junior. Domenica mattina ero di buon ora in Piazza Papa Luciani, anche per prendere confidenza con un partèrre, del quale dovevo rendermi "padrone" ed istrione parlante, praticamente per l'intera giornata di gare. Per me è stata una "Prealpivoicemarathon". Mi sono sentito investito di grande fiducia, dall'organizzazione, dato che le fasi di commento sarebbero partite alle otto, verso un "non stop" poi conclusosi alle 16.30. spero di aver ripagato al meglio , io senz'altro posso assicuarare di aver dato tutto il possibile ed anche a livello vocale, ho retto per le otto ore, con un calo solo minimale verso il finale, che però non credo sia stato percepito. E' stata una bella sfida, accolta con il timore e la riverenza dovuta al certo impegno che sapevo comportava, sin dal momento in cui mi è stata proposta. Al pronti via, alle otto, qualche battuta per accogliere i bikers che alle 10 sarebbero partiti per la marathon di 60km. Un crescendo fatto di note in cronaca, di dati logistici e di info dettate dalle varie necessità. Solamente i partecipanti alla MTB erano oltre 500 e quando alle 9.15 sono state aperte le griglie di partenza, lo scenario della piazza zummellese era già diventato un palcoscenico multicolore, fatto di passione, adrenalina crescente e emozioni in rapida sequenza, che mi han pienamente coinvolto in prima persona. Prima del via sono stati attimi intensi, ricordando con qualche secondo di silenzio, le 4 vittime dell'incidente avvenuto all'elicottero del Suem di Pieve di Cadore.
Poi la kermesse è cominciata e di lì a poco mi sarei realmente reso conto che l'impegno coordinativo, era una prova da superare senza attimi di pausa, tra una manifestazione e l'altra. Ho pensato che avrei avuto bisogno di una mano e fortunatamente, più di un organizzatore è venuto incontro alle mie richieste, in principal modo mettendomi a disposizione la super-operativa Alice, che definire valletta o "velina" sarebbe davvero sminuente, di fronte al grande lavoro di andirivieni in cui s'è prodotta, nel farsi da tramite tra me e le notizie provenienti da radio corsa, grazie all'ausilio del supporto del Radio Club Bellunese di Protezione Civile, che anche da quì saluto e ringrazio sentitamente.
I primi arrivi sono stati relativi al Trofeo del donatore, la non competitiva podistica dell'Avis, proveniente da Trichiana e che come tutte le manifestazioni convergeva, finendo nella piazza di Mel. A vincere la non competitiva, in campo seniores, sulla 7 km, sono stati Lucio Sacchet (Atletica Dolomiti), davanti a Mirco Signorotto (Edilcementi Sernaglia) e Nicola Spada (Dolomiti), mentre tra le donne si è affermata la giovane Gaia Benincà (Industriali Conegliano) su Gabriella Bortot e Claudia Moro. Tra i ragazzi, vittorie sulla breve distanza di 3 km di Luca Moret e Lorena Nard. Ad arrivi in corso, del trofeo Avis, si iniziava a sentire in lontananza, il ticchettìo dei bastoni della prova di Nordic Walking, Trofeo Flex Piave, che registrava, da Lentiai, sui 10km, circa 180 iscritti. Epilogo a sorpresa, col dominatore stagionale del circuito "nordicwalkingintour", Fabio De Bona, relegato al terzo posto dal vincitore Stefano Destro e dal sorprendente Roberto Piani. Al mio microfono, Destro si è detto felice per aver condotto una gara tatticamente accorta, lasciando fare il ritmo iniziale, per lui esageratamente forsennato, agli altri, per poi tentare ricongiungimento ed attacco decisivo nel "single track" in zona centrale ai laghetti della Rimonta (mai nome fu più attinente...). In campo femminile Renata Rosset (15^assoluta), ha battuto Roberta Forcellini e Iva Tremea.
A questo punto iniziava il tam-tam dei contatti radio e delle enunciazioni alle centinaia di persone presenti quale pubblico, in Piazza Papa Luciani, a Mel,delle fasi finali della Run Marathon di 25 km. La prova di corsa ha avuto sia in campo maschile, che in campo femminile, una storia scritta con sicurezza dai vincitori Fabio Bernardi (Re delle Ecomaratone e portacolori dell'Atletica Vittorio Veneto, già vincitore nel 2006alla PrealpiMarathon) e Manuela Moro , entrambi perfetti controllori della situazione gara e degli avversari, nel pieno rispetto del pronostico. Se per il gradino più alto del podio, le cose erano chiare già dalle fasi iniziali, dietro la bagarre era davvero ampia, con cambi e scambi di posizione frequenti, che poi avrebbero visto nelle concitate fasi finali, arrivare al podio, in campo maschile il trevigiano Andrea Zanatta (PlayLife) al secondo posto e lo "scavezzacollo lentiaiese della discesa, Loris Basei, terzo con meroto davanti a Ivan Geronazzo ed al feltrino Federico Pat. Tra le donne, è stata Lisa Borzani a contenere il progressivo incedere di Sara Tomè; lei Atleta dell'ASI Veneto, davanti quindi alla portacolori dell'Atletica Vittorio Veneto, presentatasi al via in forma invidiabile. Subito dietro l'outsider Monia Gatto e la sorpresa vicentina Michela Rizzotto (Runner Team Zanè). Al traguardo sono poi giunti in 145. Tra le note di giornata il nono posto di Mauro Benotto (GS Mercuryus), con il quale avevo parlato prima della partenza dei pullman verso la zona start, la mattina presto, pronosticandogli una sua classificazione finale nei primi 10, che lo aveva lasciato perplesso, ma sulla quale, la schedatura atleti che avevo minuziosamente fatto i giorni precedenti la gara, mi ha dato ragione e soddisfazione, rendendomi anche merito di una certa competenza tecnica che tempo ed esperienza, vedo stanno avendo effetto.
Tecnicamente è stato forse più carente il mio commento alla MTBMarathon, tappa di Serenissima Cup "Trofeo ZeroWind" di 60km, dove , pur avendo tentato nella notte tra sabato e domenica , di prepararmi un minimo di note interessanti e parventi di competenza, è stato evidente il "metodo" più puntato sullo "show" e sull'elenco passaggi, a discapito di altri elementi che avrei ritenuto indispensabili per rendere un servizio più completo e soddisfacente al pubblico del settore.
Il tempo non lo ha permesso ed io, in cronaca, ho solo potuto enfatizzare un finale "thrillin", nel quale Matteo Fabbri e Walter Costa arrivati per mano al traguardo, senza far volata, hanno seriamente rischiato sanzioni dalla giuria, poi magnanima nello stabilire una graduatoria nella quale ha prevalso per un secondo, Fabbri. A completare il podio l'ottimo Mauro Rampin, seguito nell'ordine da Bondi, Terrin, Canale, Dalto, Gorgoglione, Agricola Vaia.Tra le ragazze ottima, convincente e vincente Paola Maniago, davanti alla Massarotto Giuliana e ad Orietta Tosadori. Per me il piacere delle interviste alla vincitrice ed alla terza, entrambe soddisfatte di prestazione e percorso, oltre che portatrici di gratitudine ad una organizzazione definita all'altezza. Il tutto davanti alle telecamere di TeleNordEst, presenti con la troupe di "MTB Granfondo", che irradierà le immagini della gara e fornirà il materiale alla RAI per i TG regionali (Veneto).
Pomeriggio destinato a due ore di premiazioni, svolte in maniera o di intrattenere il folto pubblico presente, con qualche variazione sul tema e con la voce "in controllo" , per non cadere nel rischio raucedine, sempre dietro l'angolo quando si commenta per così tante ore filate. Con la miss Marilisa Deola a rendere più piacevole lo sguardo dei presenti verso il palco, con la genuina simpatia e semplicità della reginetta di Lentiai.
Io cosa posso dire alla resa dei conti?!
Un grazie a chi mi ha voluto prima e degnato poi di una fiducia nel destinarmi un ruolo che fin'ora avevo soltanto visto tenere in mano agli speaker professionisti.
Per quanto mi riguarda, al di là della naturale stanchezza del caso, la soddisfazione è enorme, grandissima e a quanto ho percepito, condivisa...Spero di aver visto giusto.
Per me una Prealpimarathon da antologia...Indimenticabile...Dal Presidente Bassanello ai coordinatori, Schievenin , Benincà, Dal Piva...passando attraverso un plauso grande a tutti i 400 che hanno dato , con la loro opera volontaria, il supporto, la carica e la possibilità di un successo che puntualmente ritorna tutti gli anni...
Un inchino finale a tutto l'apparato organizzativo. GRANDI!
Alex

sabato 22 agosto 2009

586 Bikers e 148 Runners al via. Speaker Ufficiale anche della MTB. Nella Run Fabio Bernardi favorito al maschile e Manuela Moro prova il bis

I numeri parlano chiaro e le stime sono state rispettate. In mezzo alle varie ed eventuali dell'ultim'ora ecco spuntare la rimescolanza carte per il commento tecnico. Disdette e influenza mettono al tappeto titolare e riserva della gara di MTB GranFondo di 60 km (Mel-Mel), così da dover ricorrere al sostituto di terza fascia. Sarò io quindi ad avere il piacere anche del commento (chissà poi quanto tecnico?) della gara delle due ruote "off road". Che Dio me la mandi buona. Ce la metterò tutta. Sarò quindi "the voice" nella splendida cornice di Mel e della Piazza principale per tutta la giornata agonistica. Cominciando con la partenza della Gran fondo MTB, Coppa Veneto Zero Wind, alle 10, per proseguire nell'ordine con gli arrivi della non competitiva podistica "Trofeo del Donatore AVIS" di 7 km (Trichiana-Mel), andando poi al nordic Walking in arrivo da Lentiai, sui 10 km del Trofeo Flex Piave. A seguire sarà la volta degli arrivi della RunMarathon , partita alle 9.30 da malga Montegal, sopra Limana, versante Valmorel e a tutta ruota, gli arrivi degli uomini e donne in rampichino.
Per quanto riguarda le mie più specifiche competenze, parlerò in questo comunicato, della Run marathon di 26km, al cui via si presenterà anche Fabio Bernardi già vincitore nel 2006 e pluri piazzato in questa corsa. A dargli battaglie in campo maschile, alcuni nomi di spicco, quali l'altro vittoriese Adriano Pagotto, già vincitore della mitica 2Rocche2008, con diversi outsider davvero temibili, quali Ivan Geronazzo, vincitore nell'ultra Trail delle PrealpiTrevigiane, con il lentiaiese Loris Basei, Federico Pat, Leonardo Poser e Matteo Carlucci, ottimo trailer emiliano al via. In campo femminile si è iscritta la ragazza di Trichiana, Manuela Moro, che quindi reciterà il ruolo di favorita, inseguita dalle quotate avversarie Elena Simsig, la goriziana, azzurra di ultra maratona, già bronzo mondiale stagionale a squadre, con la lotta per il podio che vedrà diverse pretendenti tra cui Lisa Borzani già 2^ nel 2007, vincitrice della Ferrara-Vigarano, Sarà Tomè, attuale leader del Circuito "Corri la montagna" categoria Seniores, con altre possibile sorprese possibili, dettate eventualmente dalla Gatto, la Romano Gargarelli, la Pivetta e Lara Filippi.
Domani darà un gran giorno per lo sport in valbelluna...Fiato alle trombe!

venerdì 21 agosto 2009

Alla PrealpiMarathon anche la Simsig e Carlucci

Mentre le iscirizioni proseguono, io ho lavorato un pò sulle "schede" atleti. Dalle presenze aggiornate, in campo femminile, ad oggi poteva sembrare un discorso tra Lisa Borzani e Miriam Minella, al rientro stagionale dopo la maternità e alcune outsider tra cui, per la verità meno quotate, ma solo sulla carta, Monia Gatto,la Romano Gargarelli, e Lara Filippi. Le ultime ore hanno però regalato la presenza di buon livello della friulana ultramaratoneta ed ultra trailer, Elena Simsig dei Marciatori Gorizia. La Simsig vanta 3 convocazioni in azzurro, per le gare endurance e quest'anno, in Belgio, ha ottenuto la medaglia di bronzo a squadre sulla 100km mondiale, ottenendo un discreto 17° posto finale in poco oltre 9 ore, preceduta tra le compagne, solo dalla carlin e di poco, dalla Cavalli. In carriera ha alcune prestazioni a curriculum di buon valore, 3^ alla 50km di Romagna. 2° posto assoluto alla 100 km di Vienna, 2° alla 30 km di Ferrara e 3° alla eco maratona di Rimini-San Leo.In campo maschile oltre al già citato Ivan Geronazzo, compare nelle liste il bellunese mai domo, Loris Basei, mentre Adriano pagotto, che avevo personali info che lo davano partente, non è ufficialmente iscritto. sarà presente invece il Campione nazionale Trail della UISP(Junior-SeniorA), Matteo Carlucci (TRI IRON), terzo alla Ecomaratona dei Laghi.

mercoledì 19 agosto 2009

Domenica la Prealpi Marathon

Come detto, sarò commentatore ufficiale della Run, sia partenze che arrivi e in piazza a Mel accoglierò anche chi giunge dalla prova di Nordic Walking.


Alle 7 sarò a malga Montegal a seguire le operazioni di partenza, in territorio del comune di Limana, nei pressi di Valmorel.
Ad oggi, viste le iscrizioni parziali, appare chiaro, quanto propedeutico del cambiamento e dello stato di crisi attuale, che il trend numerico non sarà altissimo. Ciò nonostante, alcuni nomi illustri sono già nelle liste e molti amatori hanno dato adesione o perlomeno hanno espresso volontà di esserci, attraverso richieste di informazioni etc, etc, etc...


In campo maschile, attualmente sembra aperta la sfida a tre, tra Adriano Pagotto dell'Atletica Vittorio Veneto, Ivan Geronazzo, l' ultratrailer di Valdobbiadene, già vincitore al Gran Raid delle Prealpi Trevigiane e il trevigiano Andrea Zanatta della PlayLife SR.


Tra le donne sembra ad oggi che l'abituè Lisa Borzani (2^ nel 2007), atleta dell'ASI Veneto, possa essere la più provabile prima protagonista, ma dato il tempo a disposizione ancora per iscriversi, non sono da escludere nomi a sorpresa in questi due giorni che separano dalla fin del tempo utile per certificare la partecipazione.




La PrealpiMarathon nel run, la scorsa edizione ha visto prevalere il pontalpino Claudio Cassi, sui vittoriesi Bernardi e Pagotto, mentre fu Jennifer Senik del Montanaia Racing(vincitrice anche nel duathlon, da quest'anno ammesso solo in coppia) a vincere la gara in rosa, mettendo in fila l'atleta di casa Silvia Mastel e la portacolori dell'Edilcementi Sernaglia, Sonia Meneghello.


Negli anni, il ricco albo d'oro vede salde le presenze di Lucio Fregona (2005 e 2007), Fabio Bernardi (2006) e Claudio Cassi (2008) tra gli uomini, mentre al femminile fu la feltrina Elisa Antoniol la prima a vincere nel 2005, seguita in seguito da Monica Carlin, Manuela Moro e Jennifer Senik come detto.


Il tracciato del 2009, accorciato e semplificato, dovrebbe lasciar spazio a una bella kermesse combattuta all'ultimo metro. La sede di partenza nello scenario prealpino tipico, della Malga Montegal, sarà solo un antipasto del fascino globale dell'evento podistico, che attraverserà gli scorci ed i paesaggi più belli della valbelluna, con lo sguardo sovente puntabile sulle vette dolomitiche stagliate in lontananza. L'arrivo nella stupenda piazza di Mel, sarà come di consueto preceduto dalla caratteristica fase di salita finale, che non lascia spazio a perdite di fiato e ritmo, in caso di arrivi al fulmicotone. Come dire? 26 km da vivere intensamente dal primo all'ultimo metro.

"Sulle Tracce del Cervo". NordicWalkingInTour

Giovedì 13 agosto, a Tambre d'Alpago, sotto l'impeccabile regia dell'AIEF (Associazione Insegnanti di Educazione Fisica), è andata in scena la 7^ tappa del Circuito Veneto Nordic Walking in Tour. Per me era la terza tappa in cui partecipavo, dopo il 12° posto maschile ottenuto alla "2Rocche" ad Aprile e l'11^ piazza della "Ai Piedi delle Montagne", a luglio sul comprensorio del Civetta. La tappa alpagota del circuito, si è svolta in un pomeriggio a tratti uggioso e sul finale copiosamente bagnato. Il percorso lungo 14km, era piuttosto impegnativo, con un tratto di salita iniziale, su fondo scivoloso, che sin dal principio mi ha creato diverse difficoltà. A "pronti-via", ho cercato di prender posizione davanti al gruppone di oltre 100 walkers "bastonati". La presenza dei "big" della specialità, con in testa il dominatore stagionale Fabio De Bona e dei suoi principali avversari, Piano, Comiotto Dorz ed altri ancora, mi faceva pensare ad una "gara" il cui obiettivo personale doveva essere puntato al tentativo di entrare nei primi dieci. Consapevole del valore della truppa d'avanguardia e di alcune presenze di outsider, tra i quali forse inserire anche il sottoscritto, avevo capito che l'obiettivo si presentava ostico, ma non impossibile. La cura cortisonica cui mi sto sottoponendo, mi ha decisamente indebolito, ma dopo l'allenamento del lunedì, le premesse sapevano poter esserci, per far bene. Al via, imboccavamo subito una gradinata stretta e dopo circa 5 minuti, passati ad inseguire a qualche metro, la decina di "fuggitivi", al primo bivio incerto mi ritrovavo improvvisamente secondo. Un errore di percorso aveava indotto i migliori a cadere in una trappola che aveva favorito me e Andrea Tormen, che poi si rivelerà fido compagno di viaggio per l'intera gara. Come facilmente immaginabile dopo qualche minuto, alle spalle avevo già di nuovo i più forti, con De Bona che mi raggiungeva, assorbiva e superava col solito passo improponibile per me e l'amico Lucio Dorz, già vincitore a Campo, Al Trofeo Conca degli Eroi, a inseguirlo a breve distanza. Fatto sta, che al primo scollinamento avevo contato nove uomini davanti e ero solitario nel proseguire col mio passo, già soddisfatto e tranquillo per il "vuoto" alle spalle. La decima posizione mi stava già bene, ma dopo un tratto in piano, di un paio di chilometri, vedevo ancora i primi lì davanti, grazie all'ampia visuale del magnifico paesaggio dell'Alpago, apertosi innanzi ai miei occhi, in un ampia distesa misto boschiva. Il tratto di discesa su asfalto mi metteva due pensieri addosso...il primo era che con rabbia, vedevo anelle prime posizioni, diversi "imbrogli" con passo di corsa piuttosto palese, escludendo comunque il capofila, sempre corretto e davvero tecnicamente superiore. In secondo luogo, vedevo la coppia che mi era davanti, sempre più alla portata. Evidentemente i consigli di qualche amico nordic walker di lusso, mi aveva fatto effetto e in discesa avevo capito un pò meglio, come sciogliere l'andatura. ero comunque contento, perchè fino a lì, dopo circa un'ora dalla partenza, la mia cadenza era rimasta regolare e tecnicamente corretta.
Purtroppo il fato , anzi il percorso, iniziava a risalire, proprio quando mi ero accodato all'ottavo ed al nono, due atleti della valbelluna, tra cui il già citato Tormen. Iniziavo a prender confidenza con loro due e in breve, mi ritrovavo io, scarsissimo in salita, a tirare il "trenino", con l'insolita pretesa di andar a prendere il settimo, che era l' a circa duecento metri. Era la lunga risalita verso il Cansiglio, che cia vrebbe portato a raggiungere la quota più alta. Ad occhio e croce quattro chilometri sempre i su. Una lunga strada carraia sotto la coltre boschiva, nella tipica penombra della sera che incede, mi faceva comprendere che l'uomo davanti, non era poi così alla portata, poichè aveva un apsso regolare e tecnicamente redditizio e non c'era verso d'avvicinarsi. Dei tre ero sempre io là davnti, con il solo Andrea a tener salda la posizione alle mie spalle, mentre l'ultimo del terzetto, complici anche le fermate ai ristori, era più in difficoltà. Usciti dal bosco, un tratto in cui era no passato mezzi agricoli, aveva trasformato la sua normale conformazione sterrata, in una distesa famngosa. Nel tentativo di rimanerne esterno, ad un certo momento ho perso contatto col terreno e solo in un etremo tentativo di aggrapparmi al bastoncino destro, ho mantenuto l'equilibrio, pur sforzando la schiena, fatto che nei giorni a venire, avrei dolorosamente ricordato. Una volta recuperato gli spazi aperti, iniziava l'asfalto e lì ho cercato di forzare il ritmo, dopo il penultimo ristoro, semplicemente accorciando di poco il passo, ma aaumentando la cadenza, cercando di sfruttare il fondo regolare , per testare la reazione di chi era dietro e davanti. Insospettabile il terzo del nostro "treno", si era rifatto sotto e io, pur mantenendo quella decina di metri sui miei due compagni d'avventura, continuando a "mulinare" di gambe e bastoncini, iniziavo a pensare che se chi era davanti non lasciava metri e chi era dietroguadagnava qualcosa, ero forse io in calando.
Così , non immaginando di essere quasi sulla vetta del percorso, stavo per cedere alla tentazione dia accontentarmi della decima posizione e lasciar andare tutti...Ma proprio nel tratto di salita più dura , dopo chilometri d'ascesa regolare, vedevo il cancelletto alla mia sinistra, deviare il percorso verso il basso. A quel punto, portandomi dietro il Tormen, ho provato a forzare anche in discesa, accorgendomi che chi era davanti, aveva decisamente difficoltà nello scendere il prato, in forte piano inclinato. In pochi minuti avevo recuperato più di quanto in un'ora e passa di salita non aveva dato frutti.
Al sorpasso la timida reazione non ha vauto per lui buon fine e da lì in poi siamo cesi chiacchierando con Andrea, cercando di prendere più vantaggio possibile, dato che nessuno dei due sapeva quanta discesa ancora avessimo davanti. All'ultimo ristoro, il mio compagno di viaggio avrebbe voluto fermarsi, ma temendo che lo staccassi ha declinato l'offerta dei volontari al tavolo. Il minimo che potevo fare era dirgli di fermarsi e che lo avrei aspettato. Quasi incredulo lo ha fatto e io volentieri ho atteso, guadagnandomi fin troppi ringraziamenti per una sportività per me dovuta. Insieme siamp arrivati al centro di Tambre, da dove, attraversando il parco in breve siamo arrivati...anzi lui ha preso qualche metro e io ho lasciato fare, non avevo più molta "birra" in corpo e comunque l'ottavo posto era più che soddisfacente. 1h 46'21"a dieci minuti e mezzo dal "mostro" De Bona e dagli altri protagonisti assoluti, ma francamente anche un pò deludenti, in qualche caso, per l'aspetto del correre in questo sport che è una marcia. Rimane questo l'aspetto buio di questa disciplina, che è davvero interessante, ma fa difetto per i pochi controlli dei giudici organizzatori, ma soprattutto per la differente lealtà di chi partecipa.
Beh, il 23 agosto non potrò fare la tappa della PrealpiMarathon, essendo speaker della corsa, ma sarò certamente presente altrove, quando non impegnato.

lunedì 17 agosto 2009

Domenica 23/08 Speaker Ufficiale della RUn alla PrealpiMarathon






Presentazione: FATTA!Il percorso run è in effetti stato spiegato bene, i chilometri sono oltre 26, in realtà. Alcuni punti panoramici dalle cime delle Prealpi, di quelli cho fanno "godere" lo spirito. Certo, anche il responsabile percorso, Paolo Dal Magro, uno che corre da una vita, ha ammesso che sotto questo chilometraggio non si deve scendere, ma ha altrettanto espresso chiaramente l'opinione che da un punto di vista paesaggistico le modifiche 2009 danno forse qualcosa in più. La decisione di spostarsi in territorio di Limana, per la partenza run, oltre che per variare percorso, è soprattutto voluta per dare ancora una volta una chiave di lettura verso l'aspetto turistico e di valorizzazione di un'altra bellissima località prealpina, conosciuta per essere uno dei posti più belli adiacenti a Valmorel, ma nache per essere una tappa della manifestazione gastronomico-naturalistica, Magnalonga.Ho capito che anche questa volta l'organizzazione sta preparando una accoglienza particolare ai suoi atleti e l'invito sarebbe da estendere a gente più fuori zona, percentualmente presente in numeri bassi, nelle precedenti edizioni. Molti attendono l'ultim'ora per iscriversi, dato anche il periodo vacanziero. Io posso solo dire che ci metterò del mio per accogliere quanti di voi e di tutti, saranno presenti, anche a costo di sembrare campanilista, poche altre zone montane non alpine hanno il fascino delle prealpi della Valbelluna. Forse le uniche al pari, che io conosca, sono le zone appenniniche che ho visto all'Abbot's Way.Se non avete programmi e volete provare una corsa impegnativa al punto giusto, con la sicura soddisfazione dei sensi del runner, a fine gara...beh, direi che venirci non vorrà dire pentirsi.Io vi aspetto.Alex




Liberi Sentieri Trail Run

LiberiSentieri Schievenin di Quero (BL)


Erano 395 suddisvisi in due percorsi di 3.5 e 9 km, i partenti in valle di Schievenin , comune di Quero, provincia di Belluno. Tra gli spiriti trail, diverse presenze già ricordate da geogeo3, alle quali vorrei aggiungere "la Rossella", seconda tra le donne, che è una ST, anche se carpisco una certa timidezza che è forse il motivo per cui sul forum non si palesa. La corsa presenta un percorso veramente particolare, soprattutto considerando l'impatto scenico che l'incantata valle offre.Per me commentare la non competitiva in quel paesello valligiano, nel quale ho vissuto, abitato, percorso e corso la mia adolescenza, nell'infinita rete di sentieri boschivi e scorci dal fascino grandioso, quanto ancora aspro e selvatico, è stato un piacere. Con una pressione addosso direi minima e forse per questo "sbrago" non avrò dato il meglio, ho certamente vissuto la giornata in pieno spirito "liberi sentieri" - "liberi sentimenti"...La cronaca della corsa ha visto trionfare nel percorso lungo , Claudio Cassi, davanti a Lucio Fregona ed Andrea Zanatta, mentre in campo femminile ha vinto Serena Schievenin, su Rossella Piovesan e Lucia Ghizzo...Molto buone le prestazioni di tutti gli ST, con la già citata prestzaione al femminile, condita da un magistrale "emme", Matteo Grassi, che ho finalmente potuto presentare da una gara e per di più vedendolo arrivare al traguardo con un sontuoso sprint finale a braccia alzate e sorriso spiegato. Altrettanto in forma il "fioldelbosk", che ha preceduto di un pò il fratello Roby, oggi entrambi capidelgazione del "VardAvanti" Cornuda, bel gruppo amatoriale ricco di persone dalla giovialità accesa, non solo i termini podistici...bella gente! Mi spiace che il figlio di geogeo3, che ho rivisto con piacere, assieme alla sua bella mamma, dopo averli conosciuto nel 2008 alla CSC, che avrebbe voluto visitare il Museo di Campo, inspiegabilmente chiuso in periodo di "ferragosto"...mah, misteri della promozione turistica di nicchia Di giovanni56 ho finalmente appuntato il cognome , che per uno speaker non è elemento di conoscenza di poco conto, ho letto come di consueto le sue emozioni sul blog, raccogliendo l'impegno ad essere presente con la moglie Donatella allo spettacolo teatrale prossimo futuro... Beh, quei secondi dedicati a coloro che corrono lassù, li sentivo davvero...ho trattenuto l'emozione che però era ben presente...non dimentichiamo...Molti ragazzi per la competizione su percorso breve, dove l'ottimo Luca Perenzin ha avuto la meglio sugli atleti di casa, Noal e Giacometti. Tra le ragazze è stata la querese Linda Mazzocco a profetizzare la sua appartenenza locale, tramutandola in vittoria.Come detto, vero protagonista di giornata, uno scenario di fascino naturalistico, di grande impatto, che vedeva, dopo un tratto di asfalto, una risalita in gradinata, per circa 200 scalini, sino al Borgo Chiesa (... nelle intenzioni sarà il luogo deputato alla rappresentazione del monologo autunnale di Franziskus Vendrame, tratto dal "Corridore di Mezza Via"), che dall'alto domina il centro del paese e la valle del Tegorzo. Si preseguiva salendo la dorsale montuosa, sino al GPM del Col di Dante a 630m s.l.m. , per poi portarsi a fondo valle, attraverso sterrato e mulattiere, sino alla parte asfaltata discendente. La strada appunto su asfalto, costeggiava da subito, alcuni luoghi o "teatri" di interesse, quali la grotta di Santa Barbara (pertugio artificiale inaugurato nel 1924, dopo 500 giorni di lavoro volontario , con l'utilizzo di oltre 400 mine e luogo dedicato al culto cristiano, alla memoria dei minatori). Scendendo verso l'abitato, ma ancora nella parte "grezza" della valle, la via attraversa l'estesa palestra naturale di roccia, adibita agli scalatori e consistente in ogni grado di difficoltà cercato. Il torrente Tegorzo, fa da compagno, lungo la strada che porta al Borgo di Schievenin, dal quale si intraprende un tartto finale boschivo, in saliscendi, sino all'area turistica, deputata per la corsa, a ziona partenze arrivi.A parte qualche fisiologico intoppo e ritardo organizzativo, una giornata che a dir di molti è valsa la pena del viaggio sino a Schievenin , con presenze dal veneziano, all'alto bellunese, qualche friulano ed un lombardo...

"Bacco maledetto". Il monologo

"Ciò che segue è qualcosa di breve, ma non troppo…di forte, quanto basta…di vero, questo sì. Dal palco la voce vi arrivi come la naturale conclusione di uno spettacolo, andato in scena e messo in musica,per raccontare un testo. Un tratto di vita vissuta un pezzo dell’Alex pensiero.Non sarò prolisso, voglio essere concreto. Questa serata è dedicata a Bacco, colui che per me è stato “Il maledetto”.Il significato c’è, non dubitate, non è finzione artistica.La realtà che mi ha attraversato la vita da capo a piedi ruota attorno ad un maledetto vizio. Badate, non son certo il tipo d’uomo che pontifica sapienza, non ne avrei le basi, non sono colui che insegna. Però, senza smentire il mio essere, non posso non raccontarvi qualcosa che è triste ed attuale e di per se non ha bisogno d’esser insegnato, si spiega da solo. Lo faccio perché non ho scritto per bearmi di me stesso ma tentando una via in più per rendermi utile. Bacco maledetto è il titolo ideale del pensiero che ho in mente questa sera. Io, orfano di due padri, traditi dallo stesso inganno, beffati da un nemico che si nasconde e vince la guerra di logoramento ai danni dell’essere umano. Penso a quei ragazzi, poco più che bambini, che sostano ore ed ore davanti a un bar. Passo e ripasso, passeggiando li studio. Sarebbe facile generalizzare,lo so bene che non tutti cadranno nel problema, ma qualcuno sì. Ho guardato l’alcolismo con gli occhi di un figlio, ne ho compreso gli effetti scrutandolo da uomo ed ora, quando il conto sembra chiuso e la partita persa, voglio continuare ad alzare lo sguardo e parlare. Parlarne…E’ importante! L’alcolismo è il tema che il titolo introduce con fare artistico.Capitemi! Salgo su questo palco per parlare ad una platea di quel che ho scritto.Per questo voglio spiegarmi bene. Non si compone un libro in versi se nella mente tutto fosse prosaico. Eccomi al dunque, tutto ciò che è scritto viene da dentro, è qualcosa di impresso con inchiostro indelebile nella mia storia di essere umano, condizionata da un vizio perfido,silente e malefico. Ma so bene che la mia è una storia comune, specie qui da noi. Chi di voi non conosce un alcolista? Chi non è al corrente di una storia di disagio famigliare dovuto a chi abusa dell’alcool? Se andassimo ad alzata di mano sarebbe una totalità di braccia conserte. In questi primi trent’anni io me ne sono voluto tenere distante. Ho fatto una scelta cui poche volte non ho mantenuto fede, Non bevo alcolici! Attenti, così è certamente troppo, ma vorrei che suonasse come un invito alla moderazioneper chi abusa e per chi distribuisce abuso.Attenti ragazzi!L’alcool può uccidere. Preso a piccole dosi è un piacevole compagno.È collante della compagnia.Occhio quindi,che il vostro volto non perda freschezza,che lo sguardo sia sempre lucido ed attento.In campanache la via della vita,se inondata d’alcool, può diventare scivolosa.In men che non si dica e senza dare tempo di reazione.Agli adulti che sanno ciò che fannovoglio dire soltanto di essere consapevoli,che la bevuta in compagnia e la sbronza sono cose ben diverse.Come diverse sono le reazioni connessealla troppa assunzione di questo elemento, tollerato e tollerabile fintanto che non assuma gli effetti di una qualsiasi droga.Io non parlo per sentito dire,ho visto e vissuto,penso di averne titolo.Dedico questa serata ai miei due papà,loro sanno se ho facoltà di parlare.Capiranno e spero saranno fieri,che a loro modo e senza forse capirlo hanno insegnato molto della vita a questo invisibile contemplatore."

Archivio blog

Il Nordic Walking

Il Nordic Walking
La camminata nordica !

In Facebook

Sono in facebook, cliccando : https://www.facebook.com/alexander.geronazzo