ALEX GERONAZZO "Lo speaker for passion"

" Ho voglia di dare voce al vento dello sport "

venerdì 6 novembre 2009

Venanzio Pini, Valle di Schievenin, 31 ottobre 2009. IL CORRIDORE DI MEZZA VIA! Notte magica!

Nudo...con la sola emozione addosso.

Comincio dalla fine, circa le ore 22 di sabato 31 ottobre 2009...
Moira si alza dalla panca e viene verso lo pseudopalco. Lei che un poco timida e molto taciturna vuol dire qualcosa? Sembrava tutto finito ed invece...solo chi era presente può capire la mia sincerità nel dire che amo mia moglie e mia figlia ed ho provato la soddisfazione di chi da sempre insegue quel qualcosa di buono, da poter dimostrare di valere qualcosa. Non sarò mai capace di offrire ai due terzi di me stesso, ciò che ho ricevuto sabato.
Parto dalle lacrime di commozione , nascoste nel mio io, ma ben presenti, per spiegare il giorno dell'apparizione di Venanzio Pini. Egli ha ora il suo volto, uno sguardo canzonatore e furbo...Lo immaginavo più anziano...Li porta bene...
Alzarsi alle otto della mattina e mettersi a preparare tutto, in compagnia dell'artista Maria. Raccolgo la legna, mentre il profumo del caffè e l'acredine dei primi fumi mattutini che fuoriescono dai camini, mi riempie i polmoni di ciò che è la conca ad ottobre quasi finito.
Maria è in piedi, nostra ospite di grande compagnia e di incredibile effetto artistico, quello che si sente aleggiare nell'aere di casa...dove l'unico barlume d'arte è quello che miseramente tento di portare avanti io...In effetti l'artista si vede ed io mi sento uno gnomo di fronte all'impatto che ti fa la photo artist bolognese d'adozione.
Ho caricato la legna in macchina. Una decina di "szoc" , in italiano grossi ceppi, da mettere sul fuoco ben avviato per creare la brace...Anche le bevande per il trail sono nel bagagliaio della "Verso". Prima di partire alla volta della "ciceronica" mattinata, la fermata al Circolo Acli, dove Maria esporrà sino al 15 novembre, la mostra...Conosce la Rosetta!
Siamo già in auto verso il Pont de la Stua. maria si guarda attorno un poco spaesata. Le valli bellunesi sono strette, dice dopo un pò di meditazione. In effetti la val del Calcino è anche meta di appassionati di "canyoning". Siamo arrivati...Di fronte alla madonnina, sì, quella del racconto in corsa, lì dove c'è il ristoro della "San Daniele" e lì dove lasceremo i liquidi per i trailer dell"autogestito sulle tracce di Rommel ed Attila". La roba non è molta, non prevedo grande afflusso. I fatti mi daran ragione! Accompagno l'ospite anglonorvegese un pò dentro la valle, percorrendo a ritroso il tratto verso il primo guado CSC. Le illustro la palestra di roccia, che troveremo gremita nel pomeriggio e le indico , pur nascosta dai costoni che ci avvolgono, la direzione in cui Rommel risalì la valle alla conquista del Monte Spinoncia. Risaliamo in auto e dopo un giro per il centro di Alano, facciamo la "Calnova", risalendo il pendio verso Quero, paese del vento.
La valle di Schievenin inizia ad aprirsi a noi che ci addentriamo piano, in modo che la Bellini possa gustarsi lo scorcio panoramico che si ha di fronte, risalendo la valle del Tegorzo. Arrivati all'area festa! Tutto deserto, niente auto, nessuno, solo il flebile rumorìo dell'aacqua del torrente, che accarezza la moltitudine di massi, rotolanti pian piano verso il mare nei millenari spostamenti previsti.
Scarichiamo e ci avviamo verso la palestra di roccia, la zona più angusta, interna e "pusterna" (carente di sole). Superiamo la casa di Vittorio, mentore della Pro Schievenin, un veneziano nel profondo territorio montano, a suo modo leader e trascinatore delle genti, nella coabitante sensazione d'amore verso la loro terra.
La grotta di Santa Barbara...protettrice dei minatori. Una cavità artificiale quasi centenaria, ricavata a suon di mine e a colpi di piccone.
Le rocce sono maestose, gli arrampicatori arriveranno nel pomeriggio e la domonica mattina, ma già qualcuno si avvia verso la sua meta...lassù!
A casa Moira ha preparato un buon pranzo. Maria non ha mai corso , a poco tempo dall'illibagione ed è un pò scettica...Infatti le due arrivano presto e ci avviamo verso la piazzetta di Campo. Vorrei essere il primo...ma...Giovanni è già lì che scruta i monti e lo sguardo vispo della Donatella ci accoglie come se ci conoscessimo da sempre. Percepisco amicizia a pelle, ma in realtà non ci siam che visti una sola volta. Una bellissima sensazione. Quatto quatto, col suo far tipico, arriva anche "mistral" di Spiritotrail, il feltrino e forte nordicwalker Lucio...Pochi istanti ed ecco l'auto bianca, scende "cagnaluia"...Pardon, è Fabio Martignago con l'amico Paolo, entrambi appassionato fotografi. Paolo avrà delega di accompagnare i più veloci. Aveva promesso d'esserci...non lo vedo...ah eccolo! "Oti", Valter Curto, reduce dalla "Cento e Lode". La cagnolina Belle, ci guarda con aria disinteressata, calma e tranquilla, in mezzo alle montagne alle quali è poco avvezza...Ah sì, dimenticavo, lei è un terzo della "giovanni56" 's family...Fedele al nome che porta ci raggiunge anche Placido. Si parte! Siamo in otto...Tutti in gruppo, io addirittura davanti per un pò sul piano, ma chi mi ha visto e sa di corsa, avrà capito subito che il mio ciondolare su quei dieci chili in più, mi avrebbe presto rallentato. Infatti, ad inizio salita mi accodo, so bene di valere lo sforzo ma non il ritmo di Paolo. L'autunno ha spogliato la montagna, il paesaggio è seminudo, vestito ora solo di emozioni...le mie, le nostre credo...I colori sono protagonisti di un quadro in vita che ha la tonalità calda...pare che i nostri sguardi facciano arrossire la montagna.
Dopo il secondo chilometro siamo due grupppi definiti. Davanti ci sono Paolo, Lucio, Giovanni e Valter...Dietro siamo noi. Tra un pò la fontana...Sì, proprio quella! Sopraggiungendo notiamo Vlater che ci immortala nel nostro placido e sereno incedere. Guardo Giovanni e forse sbaglierò, ma intuisco la sua inconscia intenzione di rallentare. Lo osservo per un pò e noto che rimane a metà strada...Apparentemente non volutamente, ma non me ne capacito ancora adesso...A noi si è aggregato Valter, mentre oltrepassiamo il filare di faggi, la casa con la bandiera e...siamo sulla famigerata salita "della derisione dell'anziano"...Maria segna il passo, per fortuna che c'è lei che ha un ritmo che...mi piace! La salita è finita, siamo sullo spiazzo del "cretino"...Iniziamo il sentiero. Maria dopo un pò dice : <...è bellissimo quì!> . Approvo e me ne compiaccio...Dirà bene Giovanni..."peggio per chi non c'era". Quando il sentiero impenna abbiamo perso Valter, che pare ricordare a memoria, poichè lo ritroviamo pronto col flash, al borgo Fobba.
Siamo lungo il sentiero dei tedeschi, nella parte finale, incuneata nel terreno, a mò di trincea.
La sosta per guardare l'intreccio di monti, dalla Forcella San Daniele. Mary mi chiede quale montagna preferisco. questo il senso della risposta almeno...
Tutti notano che il Borgo San Daniele e i ruderi della Chiesetta sono oramai precariamente in piedi...Un pò di tristezza...Stendiamo un velo pietoso su chi di dovere...
E poi? Quà si ferma il racconto del TA, perchè "giovanni56", rimasto isolato, da quì ha sbagliato strada ed io preferisco non parlare del resto...manca il "corridor di mezza via"...Ovviamente il gruppo di chi ha seguito il percorso era veramente incredibile e non ho nemmeno faticato a stare in grupp, tenendo il ritmo di corsa...I ricordi riconducono a Campo, dove mia moglie ha allestito un mini ristoro finale. Quattro risate e...Ah ecco i Radar, devo caricare il mixer e un pò di roba per la serata...Vado a lavarmi. Prima di portarmi a Schievenin devo passare da "Dano", a caricar le panche...una ventina prestate dal parroco, che ottimisticamente voglio aggiungere alle 18 già presenti in valle. Panico!Il trattore è carico di piante e nei dintorni nessuno. E ora? Daniele che k...sta facendo? Calma! Devo correre dai Radar che in valle attendono il mixer. Senza non posson far nulla...E' l'imbrunire, la valle è quieta ed ho in mente la desolazione dell'area dedicata, nella mattinata con Maria. Incredibile! Hanno montato 5 gazebi 5x5 coperti sopra ed ai lati...Un vero e proprio mini teatro tenda...La magìa degli uomini dei monti, che come folletti nel silenzio e laboriosi, creano e tacciono la loro grandezza. Passano le ore e arriva Daniele (qualcuno ricorda Giacomo e Venanzio al "ristoro abusivo" ed il ragazzetto irridente...? Beh, liberamente ispirato...) col trattore e le panche. Gli uomini hanno acceso i 5 fuochi già alle quattro e mezza e mentre pian piano la gente comicia ad affluire, è lo scoppiettare del fuoco ad accogliere gli spettatori. Franziskus è lì che scruta gli oggetti, per allestire la scena...Magliette, pettorali, nastro, bandiera tricolore, lo sgabello, carta a mucchietti, del filo spinato, un megafono, un baule e ...una "75" ovvero una granata...Gulp! Ce l'avevo in macchina...Devo presentare, avendo i microfoni accesi,ogni tanto dico due parole, così, per dare calore al benevolo (lo speravamo almeno) pubblico. Arriva addirittura un Consigliere Regionale...Azz...non ci si può credere, a volte mi sorprendono i politici. Non mi aspettavo di vederne, in fondo non era un bacino elettorale prevedibilmente ampio...Va molto bene. Se piacerà sarà buona cosa.
Devo iniziare e allora..."Quante gocce di rugiada...era il 1971...".
Ora vai Vendrame, il pubblico è tuo, la valle incantata è pronta a custodire l'eco della tua recitazione...Venanzio Pini prende vita...Un magico silenzio e quelle decine di volti indirizzati verso l'attore...l'attenzione alle prime parole...
Prende la parola il pensiero del protagonista <...la Gian prende il sole...>. Alla fine , tanto è stato bravo Franziskus Vendrame e tanto è stata intensa l'interpretazione, qualcuno mi ha chiesto da quanto aveva preso casa in Prada...Nemmeno Kafka...
Una frase e...Ecco le note di Impressioni di Settembre, seguiranno, nel corso della trama, Generale (con clarinetto solista), Montagne Verdi,Samarcanda, Viaggio d'un poeta, Il paese, Stagioni...Magìa d'una band che solo con le note, senza voce, dimostra che il dilettantismo non è affar suo...è arte il saper adattare i suoni ad un racconto...Magistrali!
Vendrame racconta, con una mimica che trascina il pubblico con se, facendolo correre su per la "San Daniele" e strappandone i sorrisi inattesi, ma riempitivi...
Alla fine, sulle note di Stagioni, Venazio Pini , ah no scusate, Franziskus Vendrame, conclude con un passo ritmato dai versi adeguati al finale ..."un fantasioso epilogo".
Una atmosfera unica, irripetibile...una nottata magica, incredibile...Una soddisfazione grande, impronunciabile...Un comitato organizzatore, Pro Schievenin, oltre ogni attesa...Un impianto luci, by Farine Fossili, da XFactor...Un pubblico intenso e caldo a dispetto del termometro...Un merito limitato nella parte mia di autore, di fronte alla speciale arte di chi ha messo in scena "Il corridor di mezza via"...
Grazie a tutti
Arrivederci Venanzio...

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.

"Bacco maledetto". Il monologo

"Ciò che segue è qualcosa di breve, ma non troppo…di forte, quanto basta…di vero, questo sì. Dal palco la voce vi arrivi come la naturale conclusione di uno spettacolo, andato in scena e messo in musica,per raccontare un testo. Un tratto di vita vissuta un pezzo dell’Alex pensiero.Non sarò prolisso, voglio essere concreto. Questa serata è dedicata a Bacco, colui che per me è stato “Il maledetto”.Il significato c’è, non dubitate, non è finzione artistica.La realtà che mi ha attraversato la vita da capo a piedi ruota attorno ad un maledetto vizio. Badate, non son certo il tipo d’uomo che pontifica sapienza, non ne avrei le basi, non sono colui che insegna. Però, senza smentire il mio essere, non posso non raccontarvi qualcosa che è triste ed attuale e di per se non ha bisogno d’esser insegnato, si spiega da solo. Lo faccio perché non ho scritto per bearmi di me stesso ma tentando una via in più per rendermi utile. Bacco maledetto è il titolo ideale del pensiero che ho in mente questa sera. Io, orfano di due padri, traditi dallo stesso inganno, beffati da un nemico che si nasconde e vince la guerra di logoramento ai danni dell’essere umano. Penso a quei ragazzi, poco più che bambini, che sostano ore ed ore davanti a un bar. Passo e ripasso, passeggiando li studio. Sarebbe facile generalizzare,lo so bene che non tutti cadranno nel problema, ma qualcuno sì. Ho guardato l’alcolismo con gli occhi di un figlio, ne ho compreso gli effetti scrutandolo da uomo ed ora, quando il conto sembra chiuso e la partita persa, voglio continuare ad alzare lo sguardo e parlare. Parlarne…E’ importante! L’alcolismo è il tema che il titolo introduce con fare artistico.Capitemi! Salgo su questo palco per parlare ad una platea di quel che ho scritto.Per questo voglio spiegarmi bene. Non si compone un libro in versi se nella mente tutto fosse prosaico. Eccomi al dunque, tutto ciò che è scritto viene da dentro, è qualcosa di impresso con inchiostro indelebile nella mia storia di essere umano, condizionata da un vizio perfido,silente e malefico. Ma so bene che la mia è una storia comune, specie qui da noi. Chi di voi non conosce un alcolista? Chi non è al corrente di una storia di disagio famigliare dovuto a chi abusa dell’alcool? Se andassimo ad alzata di mano sarebbe una totalità di braccia conserte. In questi primi trent’anni io me ne sono voluto tenere distante. Ho fatto una scelta cui poche volte non ho mantenuto fede, Non bevo alcolici! Attenti, così è certamente troppo, ma vorrei che suonasse come un invito alla moderazioneper chi abusa e per chi distribuisce abuso.Attenti ragazzi!L’alcool può uccidere. Preso a piccole dosi è un piacevole compagno.È collante della compagnia.Occhio quindi,che il vostro volto non perda freschezza,che lo sguardo sia sempre lucido ed attento.In campanache la via della vita,se inondata d’alcool, può diventare scivolosa.In men che non si dica e senza dare tempo di reazione.Agli adulti che sanno ciò che fannovoglio dire soltanto di essere consapevoli,che la bevuta in compagnia e la sbronza sono cose ben diverse.Come diverse sono le reazioni connessealla troppa assunzione di questo elemento, tollerato e tollerabile fintanto che non assuma gli effetti di una qualsiasi droga.Io non parlo per sentito dire,ho visto e vissuto,penso di averne titolo.Dedico questa serata ai miei due papà,loro sanno se ho facoltà di parlare.Capiranno e spero saranno fieri,che a loro modo e senza forse capirlo hanno insegnato molto della vita a questo invisibile contemplatore."

Archivio blog

Il Nordic Walking

Il Nordic Walking
La camminata nordica !

In Facebook

Sono in facebook, cliccando : https://www.facebook.com/alexander.geronazzo