ALEX GERONAZZO "Lo speaker for passion"

" Ho voglia di dare voce al vento dello sport "

sabato 12 settembre 2009

Insieme per la vita ex aequo a Spada e Sacchet tra gli uomini. La femminile alla Tomè!

Lucio Sacchet e Nicola Spada arrivano a braccetto, nel giro lungo. Sara Tomè vince la classifica femminile dello stesso. Nellla gara corta, sono il querese Paolo La Placa e l'alanese Laura Pisan a portarsi a casa il titolo.
Metti un sabato pomeriggio, aggiungo voglia di correre, un meteo clemente ed un percorso valido, con quel tanto si salita che basta a renderlo impegantivo e la restante parte ondulata adatta a aumentare l'andatura, a spingere.
Alla fine la prova è stata superata. Soddisfatti gli organizzatori, con 138 partenti, tra i quali molti bimbi, giovani e famiglie, sui percorsi da 7 e 13 km.
La cronaca di gara ha visto nella 7 km il duello tutto querese, che in campo maschile ha visto prevalere un'ottimo Paolo La Placa (Atl.Valdobbiadene), su Angelo Scariot (GsAstra) e Gianluca Favero (Atl.Valdobbiadene). In campo femminile sulla distanza breve si è confermata, dopo la vittoria nel 2007, la portacolori del GsAlano, Laura Pisan. Per gli amanti dei numeri, la distanza "Garmin" della corta era di 7.800m, mentre il percorso lungo segnava 10.390m.
Nel lungo è apparsa subito la netta volontà dei due terribili del feltrino, Sacchet e Spada, di liberarsi della scomoda compagnia del vittoriese Adriano Pagotto, uno che non molla mai. Alla fine la tattica di Lucio e Nicola, insieme dall'inizio alla fine, tanto da tagliare appaiati il traguardo, ha prevalso e per loro un buon test impegnativo, per arrivare in forma alla mezza maratona di Udine, dove li attende un tempo stimato attorno all'ora e otto minuti se tutto filerà liscio. A seguire i due alfieri dell'Atletica Dolomiti, terzo è quindi Adriano Pagotto, in crescendo di forma in questo tramezzo di stagione. Bene la gara in campo femminile dove è stata l'altra vittoriese Sara Tomè a farla da protagonista assoluta , staccando un ottimo tempo ed anche per lei una rifinitura pre EcoMaratona dei Cimbri del 20 settembre. Dietro di lei, l'ex azzurra, già due volte con la nazionale, qualche anno fa, in ambito mondiale, nel cross e nella half marathon, Monia Capelli, accompagnata dal sempre competitivo Luca Pagnossin. Terzo gradino del podio, per la querese, laureanda in scienze motorie, Serena Schievenin.
la manifestazione, organizzata dalla Fidas sezione alanese, è servita a contribuire alle spese per l'adozione della bimba bengalese, da tempo seguita dai Volontari donatori del sangue. Un grazie grande a tutti i collaboratori, dagli sponsor, alla protezione civile locale, al medico dottor Stefan ed in special modo al Gruppo Alanese Alpini, che ha montato il tendone coperto e rifocillato gli atleti con un ottimo pasta party conclusivo, durante la rassegna premiazioni.

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"Bacco maledetto". Il monologo

"Ciò che segue è qualcosa di breve, ma non troppo…di forte, quanto basta…di vero, questo sì. Dal palco la voce vi arrivi come la naturale conclusione di uno spettacolo, andato in scena e messo in musica,per raccontare un testo. Un tratto di vita vissuta un pezzo dell’Alex pensiero.Non sarò prolisso, voglio essere concreto. Questa serata è dedicata a Bacco, colui che per me è stato “Il maledetto”.Il significato c’è, non dubitate, non è finzione artistica.La realtà che mi ha attraversato la vita da capo a piedi ruota attorno ad un maledetto vizio. Badate, non son certo il tipo d’uomo che pontifica sapienza, non ne avrei le basi, non sono colui che insegna. Però, senza smentire il mio essere, non posso non raccontarvi qualcosa che è triste ed attuale e di per se non ha bisogno d’esser insegnato, si spiega da solo. Lo faccio perché non ho scritto per bearmi di me stesso ma tentando una via in più per rendermi utile. Bacco maledetto è il titolo ideale del pensiero che ho in mente questa sera. Io, orfano di due padri, traditi dallo stesso inganno, beffati da un nemico che si nasconde e vince la guerra di logoramento ai danni dell’essere umano. Penso a quei ragazzi, poco più che bambini, che sostano ore ed ore davanti a un bar. Passo e ripasso, passeggiando li studio. Sarebbe facile generalizzare,lo so bene che non tutti cadranno nel problema, ma qualcuno sì. Ho guardato l’alcolismo con gli occhi di un figlio, ne ho compreso gli effetti scrutandolo da uomo ed ora, quando il conto sembra chiuso e la partita persa, voglio continuare ad alzare lo sguardo e parlare. Parlarne…E’ importante! L’alcolismo è il tema che il titolo introduce con fare artistico.Capitemi! Salgo su questo palco per parlare ad una platea di quel che ho scritto.Per questo voglio spiegarmi bene. Non si compone un libro in versi se nella mente tutto fosse prosaico. Eccomi al dunque, tutto ciò che è scritto viene da dentro, è qualcosa di impresso con inchiostro indelebile nella mia storia di essere umano, condizionata da un vizio perfido,silente e malefico. Ma so bene che la mia è una storia comune, specie qui da noi. Chi di voi non conosce un alcolista? Chi non è al corrente di una storia di disagio famigliare dovuto a chi abusa dell’alcool? Se andassimo ad alzata di mano sarebbe una totalità di braccia conserte. In questi primi trent’anni io me ne sono voluto tenere distante. Ho fatto una scelta cui poche volte non ho mantenuto fede, Non bevo alcolici! Attenti, così è certamente troppo, ma vorrei che suonasse come un invito alla moderazioneper chi abusa e per chi distribuisce abuso.Attenti ragazzi!L’alcool può uccidere. Preso a piccole dosi è un piacevole compagno.È collante della compagnia.Occhio quindi,che il vostro volto non perda freschezza,che lo sguardo sia sempre lucido ed attento.In campanache la via della vita,se inondata d’alcool, può diventare scivolosa.In men che non si dica e senza dare tempo di reazione.Agli adulti che sanno ciò che fannovoglio dire soltanto di essere consapevoli,che la bevuta in compagnia e la sbronza sono cose ben diverse.Come diverse sono le reazioni connessealla troppa assunzione di questo elemento, tollerato e tollerabile fintanto che non assuma gli effetti di una qualsiasi droga.Io non parlo per sentito dire,ho visto e vissuto,penso di averne titolo.Dedico questa serata ai miei due papà,loro sanno se ho facoltà di parlare.Capiranno e spero saranno fieri,che a loro modo e senza forse capirlo hanno insegnato molto della vita a questo invisibile contemplatore."

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