ALEX GERONAZZO "Lo speaker for passion"

" Ho voglia di dare voce al vento dello sport "

sabato 8 maggio 2010



INTERVISTA a MIGIDIO BOURIFA
Classe e stile di pari passo!

di Alex Geronazzo

Ciao Migidio, prima di tutto grazie per la disponibilità e, bando alle
formalità diamo il via a questa intervistino veloce veloce.



Ø 1) A che età hai mosso i primi passi nella corsa e in che occasione?

Ho avuto il mio primo avvicinamento intorno ai 18 anni, tardi rispetto a tutti
gli altri atleti


Ø 2)C’è qualcosa che, secondo te, ti rende runner inconfondibile? Un
particolare tecnico? Una tua capacità interiore?

Indubbiamente l’ esperienza. Un buon maratoneta è prima di tutto testa e poi
gambe. Se hai testa (ossia capacità di gestione e di sopportazione psicologica
agli sforzi fisici intensi e prolungati nelle più svariate situazioni)
esperienza (che ti permette di commettere meno errori possibili e di leggere
ogni gara al meglio) e gambe (risultato non solo degli allenamenti ma anche di
una innata dote fisica) puoi diventare un runner inconfondibile


Ø 3)Qual è stato il tuo percorso personale, prima di scegliere una disciplina,
come tua specialità di riferimento?


Ho iniziato a fare atletica con la corsa in montagna per poi passare alle gare
su pista, comprendenti il mezzofondo quindi 1500m, 3000m, 5000m, 10000m, per
poi arrivare alla mezza maratona e maratona

Ø 4)C’è una persona che ti è stata particolarmente utile, per raggiungere i
livelli attuali? Un tecnico in particolare? Più di uno? Altre persone dell’
ambiente?

Sicuramente il mio allenatore Massimo Magnani che dal 1996 mi segue ma non è
da meno la mia società, l Atletica Valle Brembana che mi ha permesso di
lasciare il lavoro per dedicarmi totalmente all’ atletica. Tutte persone che
hanno creduto ed investito in me.


Ø 5)Fuori dal campo di allenamento, nella vita, c’è qualcuno che ti dà gli
stimoli giusti, anche per continuare su questo trend, nell’atletica di
vertice?

Nella vita, la presenza di mia moglie Silvia, che vorrebbe continuassi a
correre fino ad ottant’ anni. E anche grazie a lei che nn ho smesso. Quando le
accenno l intenzione di ritirarmi,cerca sempre il modo per scoraggiarmi e di
convincermi nel non farlo. Ma prima o poi il momento arriverà e credo ne
soffrirà di più lei di me. E lassù in cielo c’è anche Matilde, che con la sua
presenza mi fa essere ancora più forte.


Ø 6) Tu non corri per un gruppo militare. E’ una scelta voluta? Ci sono altri
motivi, se vuoi e puoi dirlo?


Non corro in gruppi militari per scelta, avrei avuto l’ occasione anni fa, ma
ho preferito cosi. L’Atletica Valle Brembana, la mia società, non mi impone
obbligi che una squadra militare mi imporrebbe. E’ stata una mia scelta, con i
suoi pro e i suoi contro. Se fossi entrato in un gruppo militare, non avrei il
pensiero di dovermi cercare un lavoro una volta che smetto di correre.


Ø 7)Tu hai una longevità ed un livello di competitività agonistica che
meraviglia. Hai scoperto il “pozzo con l’acqua della giovinezza podistica”
oppure hai una tua fonte che mi vuoi svelare?


Nessun segreto, semplicemente una buona conoscenza da parte mia di me stesso,
un altrettanta capacità di gestione e di lettura interiore. Conosco
perfettamente ogni minimo segnale che il mio fisico mi manda e so quando e dove
mi devo fermare. Per non dimenticare di un integrità fisica che ancora adesso
mi accompagna, risultato di quanto detto sopra.

Ø 8)Noi ti conosciamo come atleta “on the road”, il maratoneta italiano più
competitivo del periodo. Ma qual è invece il tuo rapporto con le discipline
“trail”, dai cross alle eventuali corse in montagna?


Ho iniziato a fare l’ atletica con la corsa in montagna e nella mia cariera ho
pure corso diversi cross. Specialità che mi piacciono molto ma che ho dovuto un
po’ abbandonare: maratona e cross/corse in montagna non si addicono molto.
Quando smetterò con le maratone, non è detto un mio non ritorno alle corse in
montagna, mi hanno sempre divertito


Ø 9)La maratona, questa grande sfida tra l’uomo e la strada. Nel 2009 campione
Italiano, migliore azzurro a New York e unico italiano a vincere una 42 km
importante. Cosa ti dice la tua esperienza, guardando al nuovo “azzurro” che
avanza?


Difficile guardare al nuovo “azzurro” che avanza, e se proprio si vuole
guardare troviamo un buco generazionale abbastanza importante. A Roma ha
debuttato Meucci, bene direi ma ancora lontano dal considerare ora la maratona
come sua specialità. L’unico che posso vedere in un futuro prossimo, è Giovanni
Gualdi che ha fatto bene all ultima maratona di Padova e che è ancora giovane
per potersi esprimere al meglio sulla maratona. Per il resto, aspettiamo
qualche giovane della pista se di maratona vorranno sentir parlare.


Ø 10)Si parla di Meucci come del futuro maratoneta di punta italiano, eppure a
Roma eri sempre tu la prima linea nazionale. I fatti dicono che Migidio Bourifa
sarebbe un ottimo consigliere. Cosa gli consigli? Attendere e far spegnere
telecamere e pressioni medianiche o ritentare magari in maratone dal tono
minore?E poi, chi altro vedi di interessante che può affacciarsi o migliorare
molto; Francesco Bona ad esempio?

A mio parere Meucci a Roma si è comportato bene, i giorni prima la gara ha
avuto pressioni enormi dall’intera stampa. Tutti lo volevano protagonista senza
tener presente che era il suo debutto sulla distanza. Secondo me,se avesse
corso una maratona di secondo piano, avrebbe avuto meno pressioni spendendo
cosi meno energie nervose i giorni precedenti la maratona. A Daniele, terminata
la maratona di Roma, mi sono permesso di dirgli che se vuole diventare un
maratoneta, deve dimenticarsi le belle sensazioni di sentirsi le gambe “girare”
e deve anche accettare di doversi allenare con la pesantezza di gambe data da
due lavori consecutivi. Aspettiamo qualcuno dalla pista che vuole avventurarsi
in questa specialità, sicuramente Gualdi a un posto assicurato nel futuro della
maratona italiana

Ø 11) Al termine della chiacchierata, sperando di non averti tolto troppo
tempo e infuso noia nell’animo…Ma…Mi chiedevo: Migidio cosa vede nel suo futuro
di atleta e di persona?


Nel futuro di atleta vedo quello che sto facendo ora. Vivo giorno per giorno,
in questo momento sono a Livigno per il primo raduno di maratona in vista degli
Europei. Ecco, se proprio devo veder il mio futuro di atleta, vedo gli Europei
di Barcellona il primo di Agosto. Non voglio pormi limiti in un senso e nell
altro, continuo nel mio lavoro con la professionalità che ho sempre avuto, ma a
41 anni non posso pretendere di correre forte ancora per tanti anni! Purtroppo
è un dato che non può dipendere esclusivamente dalla mia volontà. Ti dico
comunque che io vado avanti, perché motivazioni e divertimento fanno ancora
parte di me negli allenamenti e nelle gare.
Per quanto riguarda il mio futuro di persona mi vedo ricco di esperienze e
valori sportivi da trasmettere ai giovani. Naturalmente e indubbiamente mi vedo
anche papà.


Ø Grazie Signor Bourifa, è stato un vero piacere.
E’ un peccato esserci parlati da dietro ad uno schermo, ma ti assicuro che
se fossimo faccia a faccia, avei una grande stretta di mano, di gran
stima, da darti, a nome mio e dell’Italia che crede in quel sogno che è la
corsa.
Ciao,
stimandoti, Alex Geronazzo

Grazie Alex, soprattutto della tua pazienza nell’ attendere la mia risposta.
Buon lavoro.

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"Bacco maledetto". Il monologo

"Ciò che segue è qualcosa di breve, ma non troppo…di forte, quanto basta…di vero, questo sì. Dal palco la voce vi arrivi come la naturale conclusione di uno spettacolo, andato in scena e messo in musica,per raccontare un testo. Un tratto di vita vissuta un pezzo dell’Alex pensiero.Non sarò prolisso, voglio essere concreto. Questa serata è dedicata a Bacco, colui che per me è stato “Il maledetto”.Il significato c’è, non dubitate, non è finzione artistica.La realtà che mi ha attraversato la vita da capo a piedi ruota attorno ad un maledetto vizio. Badate, non son certo il tipo d’uomo che pontifica sapienza, non ne avrei le basi, non sono colui che insegna. Però, senza smentire il mio essere, non posso non raccontarvi qualcosa che è triste ed attuale e di per se non ha bisogno d’esser insegnato, si spiega da solo. Lo faccio perché non ho scritto per bearmi di me stesso ma tentando una via in più per rendermi utile. Bacco maledetto è il titolo ideale del pensiero che ho in mente questa sera. Io, orfano di due padri, traditi dallo stesso inganno, beffati da un nemico che si nasconde e vince la guerra di logoramento ai danni dell’essere umano. Penso a quei ragazzi, poco più che bambini, che sostano ore ed ore davanti a un bar. Passo e ripasso, passeggiando li studio. Sarebbe facile generalizzare,lo so bene che non tutti cadranno nel problema, ma qualcuno sì. Ho guardato l’alcolismo con gli occhi di un figlio, ne ho compreso gli effetti scrutandolo da uomo ed ora, quando il conto sembra chiuso e la partita persa, voglio continuare ad alzare lo sguardo e parlare. Parlarne…E’ importante! L’alcolismo è il tema che il titolo introduce con fare artistico.Capitemi! Salgo su questo palco per parlare ad una platea di quel che ho scritto.Per questo voglio spiegarmi bene. Non si compone un libro in versi se nella mente tutto fosse prosaico. Eccomi al dunque, tutto ciò che è scritto viene da dentro, è qualcosa di impresso con inchiostro indelebile nella mia storia di essere umano, condizionata da un vizio perfido,silente e malefico. Ma so bene che la mia è una storia comune, specie qui da noi. Chi di voi non conosce un alcolista? Chi non è al corrente di una storia di disagio famigliare dovuto a chi abusa dell’alcool? Se andassimo ad alzata di mano sarebbe una totalità di braccia conserte. In questi primi trent’anni io me ne sono voluto tenere distante. Ho fatto una scelta cui poche volte non ho mantenuto fede, Non bevo alcolici! Attenti, così è certamente troppo, ma vorrei che suonasse come un invito alla moderazioneper chi abusa e per chi distribuisce abuso.Attenti ragazzi!L’alcool può uccidere. Preso a piccole dosi è un piacevole compagno.È collante della compagnia.Occhio quindi,che il vostro volto non perda freschezza,che lo sguardo sia sempre lucido ed attento.In campanache la via della vita,se inondata d’alcool, può diventare scivolosa.In men che non si dica e senza dare tempo di reazione.Agli adulti che sanno ciò che fannovoglio dire soltanto di essere consapevoli,che la bevuta in compagnia e la sbronza sono cose ben diverse.Come diverse sono le reazioni connessealla troppa assunzione di questo elemento, tollerato e tollerabile fintanto che non assuma gli effetti di una qualsiasi droga.Io non parlo per sentito dire,ho visto e vissuto,penso di averne titolo.Dedico questa serata ai miei due papà,loro sanno se ho facoltà di parlare.Capiranno e spero saranno fieri,che a loro modo e senza forse capirlo hanno insegnato molto della vita a questo invisibile contemplatore."

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