ALEX GERONAZZO "Lo speaker for passion"

" Ho voglia di dare voce al vento dello sport "

domenica 9 maggio 2010

Sotto il segno di Fregona...Sarà Tomè solitaria!



6^PREALPI RUN MARATHON

Lucio Fregona sigla la terza vittoria in sei edizioni e Sarà Tomè è regina incontrastata!

Andata in scena oggi la sesta edizione, io mi sono occupato della corsa, nell'ambito della 6^PrealpiMarathon. Partiti alle 9 e 30 da Malga Montegal, riscaldando " i motori" sulle note di Jump dei Van Halen e partito con The Da Vinci Code di Hans Zimmer, i circa 150 partecipanti hanno cavalcato le montagne prealpine, attraverso zone di raro fascino. Alcuni punti insidiosi hanno reso ancor piu' tecnico un percorso già di per se ostico, quanto oggi caratterizzato dal fondo bagnato ed in alcuni punti scivoloso. Due le discese che hanno causato maggiori problemi, dapprima scendendo verso il Psso San Boldo, ma poi anche nel tratto di Casera Costacurta.
Dal punto di vista dei risultati, la cronaca di gara maschile, ha visto una netta superiorità di un Lucio Fregona, in grande forma. Il campione del mondo di corsa in montagna ad Edimburgo '95, ex componente del team Gs Forestale, attualmente in forza all'Atletica Vittorio Veneto, ha forzato i tempi sin dalle prime battute, costringendo gli avversari ad un inseguimento perpetuo , sino alla linea del traguardo. Fregona vince la sua terza PrealpiMarathon, in sei edizioni, titolandosi come Sovrano delle Prealpi, indiscutibilmente. Dietro al campione di Monfumo è andato a piazzarsi l'ultra trailer Ivan Geronazzo (Atletica San Rocco), che ha relegato al terzo posto un sempre encomiabile, ottimo atleta e signora persona, Adriano Pagotto (Atletica Vittorio Veneto). Ottimo quarto posto per il "solito" Andrea Zanatta, regolarista che non sbaglia mai un piazzamento. L'uomo "che si fa discesa", Loris Basei "Atletica Valdobbiadene", giunge quinto.
In campo femminile, come detto, Sara Tomè (Atletica Vittorio Veneto) fa il bello ed il cattivo tempo. Reduce dalla vittoria alla "Due Rocche" di Cornuda, partiva con favori di pronostico, rispettati con discreta facilità, anche se, come mi ha detto a microfono spento, . Dietro di lei, la longilinea Silvia Romano Gargarelli, del GS La Piave 2000, raggiunge un agognato podio, salendovi come seconda. La terza posizione è andata alla portacolori del Runners Club Aggredire, Marina Gattel, meritatamente quindi a podio.
Per me una bella esperienza ancora, in forza al team della Prealpi Marathon, oggi al fianco di Paolo Malfer, accompagnato anche dalla brava Fabia, speakers ufficiali della MTB.
Ringrazio il mio collaboratore Moreno, con il quale abbiamo anche approntato il service audio della partenza e sul palco premiazioni...
Okkio perchè "il team" c'è!"

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"Bacco maledetto". Il monologo

"Ciò che segue è qualcosa di breve, ma non troppo…di forte, quanto basta…di vero, questo sì. Dal palco la voce vi arrivi come la naturale conclusione di uno spettacolo, andato in scena e messo in musica,per raccontare un testo. Un tratto di vita vissuta un pezzo dell’Alex pensiero.Non sarò prolisso, voglio essere concreto. Questa serata è dedicata a Bacco, colui che per me è stato “Il maledetto”.Il significato c’è, non dubitate, non è finzione artistica.La realtà che mi ha attraversato la vita da capo a piedi ruota attorno ad un maledetto vizio. Badate, non son certo il tipo d’uomo che pontifica sapienza, non ne avrei le basi, non sono colui che insegna. Però, senza smentire il mio essere, non posso non raccontarvi qualcosa che è triste ed attuale e di per se non ha bisogno d’esser insegnato, si spiega da solo. Lo faccio perché non ho scritto per bearmi di me stesso ma tentando una via in più per rendermi utile. Bacco maledetto è il titolo ideale del pensiero che ho in mente questa sera. Io, orfano di due padri, traditi dallo stesso inganno, beffati da un nemico che si nasconde e vince la guerra di logoramento ai danni dell’essere umano. Penso a quei ragazzi, poco più che bambini, che sostano ore ed ore davanti a un bar. Passo e ripasso, passeggiando li studio. Sarebbe facile generalizzare,lo so bene che non tutti cadranno nel problema, ma qualcuno sì. Ho guardato l’alcolismo con gli occhi di un figlio, ne ho compreso gli effetti scrutandolo da uomo ed ora, quando il conto sembra chiuso e la partita persa, voglio continuare ad alzare lo sguardo e parlare. Parlarne…E’ importante! L’alcolismo è il tema che il titolo introduce con fare artistico.Capitemi! Salgo su questo palco per parlare ad una platea di quel che ho scritto.Per questo voglio spiegarmi bene. Non si compone un libro in versi se nella mente tutto fosse prosaico. Eccomi al dunque, tutto ciò che è scritto viene da dentro, è qualcosa di impresso con inchiostro indelebile nella mia storia di essere umano, condizionata da un vizio perfido,silente e malefico. Ma so bene che la mia è una storia comune, specie qui da noi. Chi di voi non conosce un alcolista? Chi non è al corrente di una storia di disagio famigliare dovuto a chi abusa dell’alcool? Se andassimo ad alzata di mano sarebbe una totalità di braccia conserte. In questi primi trent’anni io me ne sono voluto tenere distante. Ho fatto una scelta cui poche volte non ho mantenuto fede, Non bevo alcolici! Attenti, così è certamente troppo, ma vorrei che suonasse come un invito alla moderazioneper chi abusa e per chi distribuisce abuso.Attenti ragazzi!L’alcool può uccidere. Preso a piccole dosi è un piacevole compagno.È collante della compagnia.Occhio quindi,che il vostro volto non perda freschezza,che lo sguardo sia sempre lucido ed attento.In campanache la via della vita,se inondata d’alcool, può diventare scivolosa.In men che non si dica e senza dare tempo di reazione.Agli adulti che sanno ciò che fannovoglio dire soltanto di essere consapevoli,che la bevuta in compagnia e la sbronza sono cose ben diverse.Come diverse sono le reazioni connessealla troppa assunzione di questo elemento, tollerato e tollerabile fintanto che non assuma gli effetti di una qualsiasi droga.Io non parlo per sentito dire,ho visto e vissuto,penso di averne titolo.Dedico questa serata ai miei due papà,loro sanno se ho facoltà di parlare.Capiranno e spero saranno fieri,che a loro modo e senza forse capirlo hanno insegnato molto della vita a questo invisibile contemplatore."

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